La Commissione della politica di sicurezza del Nazionale ha bocciato sei iniziative, dato che è già in corso una revisione legislativa
BERNA - La Commissione della politica di sicurezza del Nazionale (CPS-N) ha bocciato oggi sei iniziative parlamentari che chiedevano di inasprire o alleggerire la legislazione sulle armi. Per la CPS-N non è opportuno intervenire dato che è già in corso una revisione legislativa.
La procedura di consultazione in merito alla prospettata trasposizione della direttiva europea sulle armi nella legislazione svizzera è stata avviata un mese fa dal Consiglio federale. In questo contesto, la CPS-N propone al plenum di non dare seguito ai sei atti parlamentari, afferma la stessa commissione in una nota.
Si tratta di due iniziative parlamentari di Jean-Luc Addor (UDC/VS) che mirano a sopprimere la clausola del bisogno nel rilascio di un permesso di porto d'armi (bocciata con 22 voti e 3 astensioni) e a stralciare i silenziatori dall'elenco delle armi vietate (bocciata con 23 voti e 2 astensioni).
Respinti pure gli interventi di Chantal Galladé (PS/ZH) che chiede di concedere il permesso d'acquisto di armi solo alle persone in grado di dimostrarne il bisogno (bocciata con 17 voti contro 8), e le tre iniziative simili della stessa Galladé, di Barbara Schmid-Federer (PPD/ZH) e di Kathrin Bertschy (PVL/BE) che volevano far registrare tutte le armi in circolazione in Svizzera (bocciate con 16 voti contro 8 e una astensione).