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BERNARiscaldamento globale, Caritas chiede più soldi

04.09.17 - 12:38
Riscaldamento globale, Caritas chiede più soldi

BERNA - Caritas Svizzera chiede alla Confederazione un maggiore contributo finanziario per la tutela del clima nei paesi in via di sviluppo: non spetta infatti a questi ultimi pagare per i danni provocati dal riscaldamento globale, dovuto principalmente ai "paesi del Nord".

In una conferenza stampa oggi a Berna l'organizzazione ha ricordato che in base all'Accordo di Parigi sul clima (raggiunto nel dicembre 2015 ed entrato in vigore il 4 novembre del 2016) i paesi sviluppati dal 2020 al 2025 dovrebbero mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno per far fronte alle conseguenze del riscaldamento globale nei paesi in via di sviluppo. Dopo questo periodo verrà stabilito un nuovo obiettivo più consistente.

Caritas ritiene che, data la propria forza economica, la Svizzera dovrebbe finanziare l'operazione con un miliardo di franchi all'anno. Secondo il direttore di Caritas, Hugo Fasel, i 450-600 milioni proposti dal Consiglio federale non corrispondo alla responsabilità della Svizzera al riscaldamento globale.

In base al messaggio governativo per la cooperazione internazionale dal 2017 al 2020 e al rapporto recentemente pubblicato sulla partecipazione elvetica al finanziamento internazionale per la protezione climatica, Consiglio federale e maggioranza del Parlamento hanno deciso di prendere i soldi dal budget per la cooperazione allo sviluppo.

Ma - ha sottolineato Fasel - agendo in tal modo verrebbero ad esempio a mancare fondi per la formazione. E così sarebbe ancora la povertà a dover finanziare la lotta ai cambiamenti climatici. Secondo l'organizzazione non spetta ai paesi poveri pagare per i danni provocati dal riscaldamento mondiale.

Fasel deplora poi che nei cassetti del Consiglio federale «dormono da anni» progetti per migliorare le fonti di finanziamento destinate alla tutela del clima. Ad esempio la tassa sui biglietti di aereo: «con 10 franchi per ogni biglietto la Confederazione potrebbe raccogliere 400 milioni di franchi all'anno», nota Fasel.

I disastri climatici sono provocati principalmente dai «paesi industrializzati del Nord» e, sul principio di «chi inquina paga», spetta quindi a loro porre rimedio ai danni dovuti alla mancanza di protezione dell'ambiente, afferma la Caritas.

I cambiamenti climatici toccano soprattutto le popolazioni escluse o oppresse dei cosiddetti "paesi del Sud". Le categorie di persone più colpite da carestie, riscaldamento del globo e inondazioni sono i piccoli contadini, i senza-terra, i braccianti e gli abitanti delle bidonville. Ed è proprio a queste popolazioni povere, compresi anziani, donne e bambini, che mancano i mezzi per combattere o adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

D'altro canto, Caritas chiede anche di fare di più nella stessa Svizzera. Attualmente è previsto che tre quinti della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra avvenga con misure all'interno dei confini nazionali. Il resto può essere attuato tramite l'acquisto di cosiddetti certificati di emissione: una soluzione che Caritas rifiuta poiché consente a un paese ricco di "liberarsi" da soluzioni più responsabili.

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COMMENTI
 

F.Netri 6 anni fa su tio
Caritas farebbe bene a occuparsi delle sue attività caritatevoli, senza fare geopolitica spicciola.

Mag 6 anni fa su tio
... che io sappia la combustione di idrogeno non produce co2 e questo elemento non è esauribile. Quando leggo gli articoli che riguardano il co2 mi chiedo sempre: ma se si fosse investito sull'idrogeno (come combustibile) le stesse risorse che sono state investite sul petrolio e derivati, quali problemi di riscaldamento globale avremmo ora? Perché si continua a parlare investimenti su energie rinnovabili ma questo non comprende mai l'idrogeno? Produrre pale eoliche, pannelli solari, sistemi geologici, ecc. è meno caro dello sfruttamento dell'idrogeno?

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
No, i motori a idrogeno non producono CO2; ma vapore acqueo. Una volta ho assistito a un dibattito su questo tipo di motore. Attualmente non è affatto conveniente (la produzione di idrogeno tramite idrolisi non è affatto conveniente perché serve comunque molta energia elettrica), ma alcuni sollevavano un altro problema (vero o no non saprei dire): la produzione di vapore acqueo. Se davvero milioni di auto iniziassero a "produrre" acqua, il tempo climatico non ne risentirebbe? Avremmo molte più piogge? L'obiezione era interessante, ma nessuno aveva saputo dare una risposta in merito. Comunque son d'accordo con te, bisognerebbe insistere verso questi nuovi tipi di motore.

F.Netri 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
L'idrogeno sarebbe un'ottimo elemento per la locomozione futura (auto, aerei, navi, elicotteri, treni, tagliaerba, ecc.). Il problema dell'idrogeno consiste nel fatto che non è un'energia primaria, ovvero per ottenere l'idrogeno si deve utilizzare ancora elettricità, petrolio, carbone, fissione nucleare e cose simili. Ecco perché finora l'idrogeno non rappresentava una soluzione conveniente. Quello che renderà l'idrogeno conveniente sarà solo la fusione nucleare. Ottenuta quella, potremo produrre tutto l'idrogeno necessario (e anche superfluo) e avremo risolto definitivamente il problema energetico e, con esso, anche il problema dell'inquinamento atmosferico.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a F.Netri
Peccato che la ricerca nell'ambito della fusione nucleare rischia di venir rallentata se non bloccata da tutte queste mode contro il nucleare in generale... Anche se... sembra che il problema della fusione sia principalmente creare un sistema di contenimento delle altissime temperature richieste per la fusione.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
L'impatto dovrebbe essere nullo in quanto l'elettrolisi scinde la particella di H2O in due particelle di idrogeno e una di ossigeno, quindi poi, con la combustione dell'idrogeno, quest'ultimo si ricombina con l'ossigeno ricreando l'acqua da cui è stato estratto l'idrogeno originariamente. Comunque l'idrogeno è principalmente un vettore di energia e per produrlo si ottiene molta meno energia di quella utilizzata per crearlo, proprio come dici tu.

Mag 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
Sarebbe davvero bello poter comprarsi un generatore elettrico a idrogeno oppure, attraverso una semplice modifica, collegare una dinamo al motore a idrogeno dell'auto. Quella si che sarebbe energia pulita. Sarebbe tutto diverso se si potessero far funzionare le centrali termoelettriche con l'idrogeno anziché uranio, petrolio e derivati. Non servirebbero neanche gli scempi paesaggistici di parchi eolici e pannelli solari.

Lore62 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
Correntemente, la produzione dell'idrogeno avviene per il 48% da gas naturale, per il 30% dal petrolio (sottoprodotto della distillazione e reforming del gasolio), per il 18% dal carbone; l'elettrolisi dell'acqua viene impiegata per produrre soltanto il 4% dell'H2. Attualmente esistono progetti finanziati dal DOE che studiano la possibilità di separare l'idrogeno dall'ossigeno alle medie temperature (350 °C), in soluzioni di H2S, impiegando concentratori solari, ma concludendo il bilancio energetico dell'idrogeno applicato all'autotrazione, anche con la miglior tecnologia ovvero le celle a combustibile, lo rende però ancora svantaggioso rispetto ad altre tecnologie energetiche già esistenti. Tieni presente che la bassa efficienza della generazione di idrogeno molecolare per elettrolisi (60-80%), aggiunta alla media efficienza della pila a combustibile (40-50%) rende l'auto elettrica più conveniente dell' 86% finale contro 25% dell'auto Fuel-cell... ;-))

Mattiatr 6 anni fa su tio
Risposta a Meno
Non rischia di diventare pericoloso essendo l'idrogeno un gas facilmente infiammabile, non che la benzina non prende fuoco velocemente ma essendo un liquido è più facile da gestire.

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a Meno
Non credo che non ci saranno impatti sull'ambiente, perché se tu prendi idrogeno dall'acqua, lo prendi in un punto ben preciso; le auto spargerebbero acqua su tutto il globo; potrebbero davvero esserci dei scompensi con piogge dove oggi non piove (per esempio). Ma in ogni caso credo che il futuro è in quella direzione :-)

Mag 6 anni fa su tio
Risposta a Meno
Quello che dici è vero solo ed esclusivamente perché nessuno ha stanziato 10 miliardi di dollari (una manovrina da due soldi per uno stato come gli USA oppure l'UE) per trovare una soluzione che inverta il problema. Sicuramente sono stati stanziati molto più' di 10 miliardi di dollari (solo in USA) per le scoperte e la produzione della bomba a ... idrogeno (ironia della sorte)!

Lonely Cat 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
In questo caso i soldi non c’entrano, ma è semplicemente scienza. Come ha giustamente detto Meno, se vuoi ottenere 100 di energia dall’idrogeno ne devi investire 110, per fare un esempio. Quindi l’idrogeno non è una fonte di energia, ma è come una batteria in cui immagazzini l’energia per usarla dove e quando vuoi tu. Non solo il problema della produzione dell’energia rimane invariato, ma viene aggravato da quell’inevitabile dispersione. Qualche anno fa l’Islanda aveva in progetto di avere tutte le auto ad idrogeno, non so se l’abbiano raggiunto. Ma l’Islanda è l’unico paese al mondo in cui abbia senso fare questo, poiché hanno energia in abbondanza e gratis che straripa dal sottosuolo.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
Ma prima di tutto, non si può sapere quando e quanto costerebbe lo sviluppo di una tecnologia economica per la produzione dell'idrogeno. È un po semplicistico pensare che basta mettere i soldi e la tecnologia si sviluppa così.... Detto questo, si tratterebbe sempre di un vettore di energia, e visto le batterie che sono sempre migliori, attualmente risulta essere quello il vettore di energia pulita più efficiente.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
Quello che fanno le correnti insomma.... spargere acqua su tutto il globo =) detto questo chiaro... nel caso di megalopoli potrebbe fare la differenza.... anche se si tratterebbe sempre di acqua condensata che finisce nei tombini e poi nei fiumi e mari.... quindi penso che la differenza sarebbe minima.

Lonely Cat 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
È interessante la questione, ma non credo che cambierebbe molto in confronto ad ora, poiché tutte le combustioni producono acqua. Non vorrei sbagliarmi, ma ho fatto un rapido calcolo e la combustione della benzina produce più acqua della combustione dell’idrogeno. Calcolando poi che per ottenere la stessa quantità di energia devo bruciare 3 kg di benzina contro 1 kg di idrogeno, la benzina e gli altri idrocarburi producono molta più acqua dell’idrogeno.

Lonely Cat 6 anni fa su tio
Risposta a Lonely Cat
Ho rifatto i calcoli attentamente e controllando e in effetti avevo sbagliato qualcosa. Adesso posso affermare con una certa sicurezza che, a parità di energia consumata, se con la benzina produco 1 Kg di acqua, bruciando l’idrogeno ne produco circa 2 Kg. Quindi, se tutti i veicoli fossero convertiti all’idrogeno, la produzione di acqua durante la combustione raddoppierebbe. Tanto per averne un’idea, attualmente, quando bruciamo 1 Kg di benzina, vengono prodotti 1.4 Kg di acqua, mentre bruciando 1 Kg di idrogeno vengono prodotti 9 Kg di acqua.

Mag 6 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
E' un gas che mi risulta sia pericoloso poco più del metano.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Certo che è pericoloso, se non vengono prese le misure giuste. Anche gli aerei sono potenzialmente pericolosi, casca a terra e tutti morti, eppure, con tutte le regole ma specialmente grazie alla tecnologia, l'aereo è oggi uno dei mezzi di trasporto statisticamente più sicuri. Cioè, non capisco il punto... nella vita siamo pieni di cose potenzialmente pericolose, si agisce (si prendono precauzioni) di conseguenza.
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