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GINEVRAMulta stralciata, Barthassat al centro della bufera

26.06.17 - 14:46
Il Consigliere di Stato ginevrino avrebbe tentato di far annullare una contravvenzione, ritenuta ingiusta, indirizzata ad un invitato alla conferenza annuale degli ambasciatori
Keystone
Multa stralciata, Barthassat al centro della bufera
Il Consigliere di Stato ginevrino avrebbe tentato di far annullare una contravvenzione, ritenuta ingiusta, indirizzata ad un invitato alla conferenza annuale degli ambasciatori

GINEVRA - «Una tempesta in un bicchiere d'acqua»: è in sintesi la reazione del consigliere di Stato Luc Barthassat alla polemica sorta nel fine settimana a Ginevra in merito ad una multa che il ministro avrebbe tentato di far annullare.

«La contravvenzione di 40 franchi non riguarda un amico - come è stato affermato in un primo tempo - bensì una personalità solettese di passaggio a Ginevra nell'agosto 2016 e che era stata invitata dall'allora presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann a partecipare alla conferenza annuale degli ambasciatori», ha indicato oggi all'ats il capo del Dipartimento ginevrino dell'ambiente, dei trasporti e dell'agricoltura.

Considerando la multa «inopportuna e ingiusta», il consigliere di Stato PPD ha chiesto alla fondazione che gestisce i parcheggi pubblici di contattare il servizio delle contravvenzioni affinché venisse annullata.

Avvertito, il consigliere di Stato Pierre Maudet (PLR), da cui dipende il servizio, è intervenuto per ricordare al collega di governo le regole vigenti in simili casi e per avvertirlo che avrebbe potuto essere accusato di abuso di autorità.

«Non ho in alcun caso ostacolato l'operato dei funzionari del servizio delle contravvenzioni, né esercitato pressioni», precisa Barthassat, aggiungendo che nel frattempo la multa è stata pagata.

La polemica è stata provocata dalla pubblicazione venerdì di una risposta scritta del Consiglio di Stato ad una domanda urgente posta dalla deputata di Ensemble à gauche (estrema sinistra) Salika Wenger. Barthassat si è immediatamente difeso, spiegando «l'accanimento» di cui si ritiene vittima con la campagna elettorale già in corso nel cantone per il rinnovo delle autorità nel 2018.
 
 

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