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BERNA - I fondi propri di base di tutte le banche devono ammontare almeno al 3% dell'esposizione totale: lo prevede la modifica dell'ordinanza, posta in consultazione da oggi fino al 14 luglio dal Dipartimento federale delle finanze (DFF).
La revisione è intesa a introdurre per tutte le banche un indice massimo di leva finanziaria ("leverage ratio") non basato sul rischio, e nuove norme in materia di ripartizione dei rischi.
Il testo è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto di rappresentanti dell'Amministrazione. Nel 2015 l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha svolto un primo studio sull'impatto delle modifiche con alcune banche. La revisione implementa due aggiunte allo schema internazionale di regolamentazione di Basilea III.
Oltre alle disposizioni vigenti, la revisione prevede una copertura con fondi propri non differenziata secondo i rischi: quasi tutti gli istituti in Svizzera soddisfano il requisito del 3% ormai da molti anni. Le banche di rilevanza sistemica sottostanno a esigenze più severe già dal 2013.
Le esigenze poste alla copertura con fondi propri - rileva il DFF in un comunicato - sono completate da quelle concernenti la ripartizione dei rischi. I grandi rischi saranno calcolati soltanto in funzione dei fondi propri di base e in linea di principio non saranno più ammesse le posizioni in crediti che superano il 25% di tali fondi. Ciò verrà applicato anche ai Comuni.
Uno studio approfondito sull'impatto e sulle semplificazioni di questi cambiamenti ha rivelato le prime conseguenze per il finanziamento di immobili d'abitazione e per le obbligazioni fondiarie svizzere.
In concomitanza con la consultazione la FINMA effettuerà un'ulteriore indagine più ampia. Il DFF terrà conto dei risultati per l'adozione dell'ordinanza rivista. Le nuove norme in materia di ripartizione dei rischi dovranno essere formulate in modo proporzionale, in particolare per gli istituti di dimensioni ridotte.
La revisione dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2018 (indice massimo di leva finanziaria) e il 1° gennaio 2019 (ripartizione dei rischi).
