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SVIZZERAPrevidenza 2020: «Il calo delle rendite? Va compensato con l'AVS»

02.03.17 - 15:51
Lo ha ribadito con forza la CSSS-S che ha quindi mantenuto tutte le divergenze esistenti tra il Nazionale e gli Stati
Previdenza 2020: «Il calo delle rendite? Va compensato con l'AVS»
Lo ha ribadito con forza la CSSS-S che ha quindi mantenuto tutte le divergenze esistenti tra il Nazionale e gli Stati

BERNA - Il previsto abbassamento dal 6,8% al 6% del tasso di conversione - che serve a calcolare le rendite pensionistiche - va compensato con un rafforzamento dell'AVS. Lo ha ribadito oggi la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S) che ha mantenuto praticamente tutte le divergenze ancora esistenti tra le due Camere.

La CSSS-S si è infatti mostrata irremovibile nel voler compensare tale abbassamento con un supplemento di 70 franchi sulla rendita AVS e l'aumento del tetto massimo per i coniugi dal 150 al 155%. Tale misure andrebbe finanziata con un aumento dell'IVA dell'1% (il Nazionale propone lo 0,6%).

PS e PPD, che hanno la maggioranza alla Camera dei cantoni, sono infatti convinti che la riduzione del tasso di conversione e l'aumento di un anno dell'età pensionabile delle donna possano venir accettati dal popolo solo in questo modo. La decisione è stata presa con 8 voti contro 5, ha spiegato alla stampa il presidente della CSSS-S Konrad Graber (PPD/LU).

Una minoranza chiederà al plenum di limitare la concessione dei 70 franchi supplementari ai ceti più bassi (fino a un reddito di 42'000 franchi). Secondo Graber questa proposta non è tuttavia "ancora matura" e per il momento va quindi scartata.

Un'altra minoranza vorrebbe invece che la camera si allineasse alle decisioni del Nazionale che chiede una compensazione nell'ambito della previdenza professionale, sistema più liberale rispetto all'AVS poiché la rendita pensionistica è calcolata in base ai contributi versati durante l'attività lavorativa.

La soluzione, per la Camera del popolo risiede nell'aumento dei prelievi salariali, tramite una modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia e la soppressione della deduzione di coordinamento. Tale proposta ha però il difetto di penalizzare i giovani e le PMI, ha sostenuto Graber.

Oggi, la CSSS-S ha anche ribadito che non intende modificare il diritto vigente riguardante le rendite per vedove/i e gli orfani. Il Nazionale aveva limitato il diritto alla rendita alle persone vedove che al momento del decesso del coniuge hanno un figlio di età inferiore ai 18 anni oppure un figlio agli studi di età inferiore ai 25 anni o che si occupano di un figlio bisognoso di cure.

La CSSS-S si è invece allineata al Nazionale si due punti. Le misure transitorie riguarderanno così le persone che hanno almeno 45 anni (e non 50) al momento dell'entrata in vigore della riforma, inoltre l'età a partire dalla quale si versano i contributi per la cassa pensione non passerà da 25 a 21 anni.

La Commissione ha infine nuovamente bocciato la proposta del Nazionale di aumentare automaticamente fino a 67 anni l'età pensionabile in caso di ristrettezze finanziare dell'AVS. Facendo sua una rivendicazione delle casse pensioni, la CSSS-S ha pure proposto di rinviare di un anno, al 2019, l'entrata in vigore della riforma.

Il Consiglio degli Stati discuterà delle proposte fatte oggi dalla CSSS-S martedì 7 marzo. Il dossier tornerà al Nazionale il lunedì successivo. È inoltre molto probabile che si vada in Conferenza di conciliazione, che è già in agenda per l'ultimo giovedì della sessione.

Secondo diversi osservatori della vita politica federale, è probabile che la Conferenza di conciliazione scelga la variante fin qui difesa dagli Stati, ossia la compensazione in seno all'AVS dell'abbassamento del tasso di conversione. Per far sì che tale soluzione venga accettata dal Nazionale, il PPD e la sinistra necessitano del consenso di una decina di consiglieri nazionali che hanno finora votato l'altra variante (ossia UDC, PLR e PVL). Tali voti potrebbero venire dai Verdi liberali e dalla lobby contadina.

L'esito dell'intera riforma è dunque più che mai incerto. L'ultimo scoglio parlamentare, che non sarà facile da superare, sarà poi costituito dalle votazioni finali previste per venerdì 17 marzo. L'ultima parola, come sempre in caso di modifiche costituzionali, spetterà al popolo e la votazione dovrebbe tenersi il prossimo 24 settembre.

 

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COMMENTI
 

Don Quijote 7 anni fa su tio
Visto che la vita media si è allungata di molto rispetto all'epoca dell'introduzione dell'AVS, l'unica soluzione logica è portare l'età di pensionamento per tutti a 70 anni (eccezione per alcuni mestieri logoranti fisicamente). Non esiste che uno lavora 40 anni e poi va in pensione per 20 o 30 a carico di chi lavora ...lazzaroni!

Lore62 7 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Vero, ma questa logica si scontra con il fatto che sempre piú ultracinquantenni sono espulsi dal mercato del lavoro, inoltre costa di più in oneri sociali è meno produttivo e capace di affrontare le sfide connesse all'innovazione di processo o di prodotto. Il tutto alimenta l'emergenza sociale che di nuovo grava su tutti noi, lo stato in primis... Sarebbe meglio LIBERARE una buona parte dei posti per far LAVORARE i giovani disoccupati invece di lasciarli scorazzare a far disastri perchè si annoiano, poiché quest'ultimi riguardano il futuro del nostro Paese, che rischia di compromettere la propria crescita economica e demografica. ;-)

mela morsicata 7 anni fa su tio
Finiremo a dover lavorare fino a 80 anni.

mats13 7 anni fa su tio
Fate come volete, in votazione la spazzeremo.

tip75 7 anni fa su tio
ma innalzate l età a 82 così potrete risparmiare...siamo nelle mani di persone incompetenti e incapaci che guardano unicamente il proprio orticello...
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