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NEUCHATELContestato il nuovo e «inutile» palazzo della giustizia

15.02.17 - 15:06
Contestato il nuovo e «inutile» palazzo della giustizia

NEUCHATEL - I neocastellani dovrebbero esprimersi ancora quest'anno in merito alla costruzione a La Chaux-de-Fonds di un nuovo palazzo di giustizia: il progetto stimato 48,5 milioni di franchi è contestato da un referendum che ha riunito quasi 9000 firme, mentre ne occorreva la metà.

Composto principalmente di avvocati del litorale neocastellano, il comitato promotore ritiene «indifendibile» sul piano finanziario e «inutile» per il funzionamento della giustizia cantonale la costruzione a La Chaux-de-Fonds dello stabile nel quale dovrebbero essere riuniti dal 2020 il Tribunale di prima istanza, il Ministero pubblico e il segretariato, attualmente suddivisi in otto sedi.

Approvato dal Gran Consiglio nel novembre 2016, il credito ha rapidamente suscitato l'opposizione di avvocati che praticano la professione nel "Basso" del cantone - Neuchâtel e la regione del litorale - secondo cui centralizzare le istanze giudiziarie nell'"Alto" ( le Montagne) priverebbe di una "giustizia di prossimità" i due-terzi delle persone confrontate ad un procedimento.

La centralizzazione - argomenta il comitato - non ha neppure senso dal profilo finanziario, in un cantone in preda ai disavanzi. Sotto l'aspetto operativo - osserva - sarebbe preferibile dotare la giustizia di alcune centinaia di migliaia di franchi in più.

A parte il prestigio, infine, La Chaux-de-Fonds non trarrebbe alcun beneficio, nemmeno fiscale, dalla presenza di un palazzo di giustizia cantonale, affermano gli avversari del progetto.

Questo nuovo conflitto fra l'"Alto" e il "Basso" del cantone segue di pochi giorni la votazione sulla pianificazione ospedaliera, che ha visto le Montagne neocastellane spuntarla sul progetto governativo volto a centralizzare le cure acute stazionarie nel capoluogo Neuchâtel.

La votazione sul contestato palazzo di giustizia, dal canto suo, dovrebbe intervenire ancora quest'anno. Depositate oggi, le 8749 firme dovranno dapprima essere verificate. Da domani, il Consiglio di Stato disporrà di sei mesi per sottoporre la questione al voto popolare.

 

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