L'esecutivo comunitario si è espresso sulla mancata riforma delle imprese. Per ora la Svizzera non verrà inserita nella "Black List»
BERNA - La Commissione Ue è «delusa» dal no opposto dal popolo svizzero alla riforma della fiscalità delle imprese, che avrebbe abolito i privilegi fiscali per le multinazionali. Lo ha affermato davanti ai media a Bruxelles il commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici. L'esecutivo comunitario valuterà ora i passi da intraprendere con gli stati membri.
«Non posso nascondere il fatto che per la Commissione europea il risultato del voto svizzero è deludente - ha dichiarato Moscovici -. Grazie ai nostri sforzi congiunti la Svizzera aveva voltato pagina, diventando un partner internazionale molto costruttivo nella lotta contro l'evasione e la frode fiscale. Così nel 2014 gli Stati membri e la Svizzera si erano accordati per porre fine a pratiche dannose di concorrenza fiscale" e Berna si era "impegnata a rispettare le regole internazionali fissate dall'OCSE», ha sottolineato il commissario.
«La bocciatura in votazione delle riforma incita a raddoppiare gli sforzi in materia fiscale. La Commissione si propone quindi di consultare gli Stati membri per decidere insieme la strada da percorrere qualora gli impegni non venissero rispettati", ha affermato ancora Moscovici, secondo cui il risultato del voto avrà ovviamente ripercussioni sulla cooperazione UE-Svizzera. Se i regimi fiscali speciali restano in vigore, "la situazione di equità» che prevale tra Stati membri e Confederazione in campo economico potrebbe venir smembrata.
Il commissario, interrogato a proposito della prevista famosa «lista nera», non ha voluto fare commenti. L'Unione intende elaborare entro quest'anno un elenco dei cosiddetti "paradisi fiscali" e ha inviato una lettera a circa 90 Stati terzi, tra cui la Svizzera, chiedendo di avviare un dialogo sulla questione.
Il tema - ha affermato un portavoce dell'UE - sarà affrontato in seno al gruppo "Codice di condotta", incaricato di trattare la normativa anti-abuso in materia fiscale.
Per ora «no lista nera» - Nessuna "lista nera" per ora, ma entro due anni la Svizzera dovrà smantellare i regimi fiscali agevolati, nonostante il chiaro no popolare alla terza riforma dell'imposizione delle imprese. Lo afferma in un articolo pubblicato oggi su Le Temps, Pascal Saint-Amans, direttore del centro di politica e amministrazione fiscale dell'OCSE.
La Confederazione si è impegnata a sopprimere questi statuti fiscali speciali entro il 1° gennaio 2019. Secondo Saint-Amans "attualmente non c'è pericolo di ritardi, nessuna lista nera in preparazione e niente del genere. Ma ne va della credibilità della Svizzera. Se non dovesse attenersi ai tempi prestabiliti, la questione non passerà certo inosservata".
Per il direttore francese dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) "la riforma presentata in votazione andava ben oltre al rispetto degli impegni assunti dalla Confederazione nei confronti dell'OCSE e dell'UE". Non credo che il no degli svizzeri sia dovuto a questi impegni - ovvero alla soppressione dei regimi fiscali agevolati - ma piuttosto alle misure per accrescere la competitività fiscale inserite nella riforma per controbilanciare lo smantellamento.
Questa riforma avrebbe reso la Svizzera estremamente attrattiva sul piano fiscale. «È interessante notare che il popolo sovrano ha detto no a qualcosa percepito come eccessivo», ha ammesso Saint-Amans.