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BERNAIniziativa Rasa, presentate due varianti del controprogetto

01.02.17 - 14:12
L'esecutivo ha atteso che il parlamento definisse l'applicazione dell'iniziativa dell'UDC prima di fissare i dettagli della sua proposta
Iniziativa Rasa, presentate due varianti del controprogetto
L'esecutivo ha atteso che il parlamento definisse l'applicazione dell'iniziativa dell'UDC prima di fissare i dettagli della sua proposta

BERNA - La Costituzione deve tener conto degli accordi bilaterali nella regolazione dell'immigrazione. Perseguendo questo obiettivo, il Consiglio federale ha posto oggi in consultazione due varianti di controprogetto all'iniziativa RASA ("Raus aus der Sackgasse", ossia "Fuori dal vicolo cieco"), che chiede di annullare i risultati della votazione del 9 febbraio 2014.

Il governo aveva annunciato in ottobre di voler opporre un controprogetto all'iniziativa RASA. A suo avviso non è opportuno tornare a così breve termine sul risultato di una votazione popolare. Intende inoltre conservare il mandato costituzionale sulla gestione dell'immigrazione e punta a un migliore impiego della manodopera residente.

L'esecutivo ha però atteso che il parlamento definisse l'applicazione dell'iniziativa dell'UDC prima di fissare i dettagli della sua proposta. Lo scorso 21 dicembre ha quindi presentato due varianti di controprogetto.

La prima prevede di inserire nella Costituzione una disposizione secondo cui la regolazione dell'immigrazione deve tener conto degli accordi internazionali di grande importanza per la posizione della Svizzera in Europa.

Verrebbe inoltre abrogata la disposizione transitoria, prevista dall'iniziativa "contro l'immigrazione di massa", in base alla quale i trattati contrari alla Costituzione devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni. La seconda variante si limita a stralciare quest'ultima disposizione.

L'iniziativa dell'UDC ha messo a dura prova governo e parlamento, che ha dovuto scegliere se introdurre una gestione autonoma dell'immigrazione con contingenti e tetti massimi, violando l'accordo di libera circolazione delle persone, o rispettare quest'ultimo, ma non completamente il nuovo articolo costituzionale. È quest'ultima opzione che ha prevalso nel corso della sessione invernale delle Camere.

La prima variante posta oggi in consultazione rispecchia fedelmente la decisione del parlamento. Segue la volontà popolare, più volte confermata alle urne, di proseguire sulla via bilaterale. La seconda tiene conto del fatto che il parlamento ha adottato una legge che va nel senso dell'articolo costituzionale, ma non regola il conflitto normativo.

Nei due casi, il mandato di gestione dell'immigrazione sarà mantenuto, così come gli accordi bilaterali con l'UE. La legge uscita dalle Camere in dicembre non prevede né contingenti né tetti massimi per i cittadini europei. Mira a limitare l'immigrazione europea incitando i datori di lavoro ad assumere disoccupati iscritti agli uffici di collocamento piuttosto che personale estero.

In dicembre la situazione relativa alle norme sull'immigrazione si è ulteriormente complicata. Mentre l'UDC, benché scontenta, annunciava di non voler lanciare un referendum contro la neonata legge, quattro comitati di cittadini avviavano la raccolta delle firme necessarie.

Fra loro figurano il politologo ticinese socialista Nenad Stojanovic e Willi Vollenweider, presidente del Gruppo Giardino, associazione "per un esercito di milizia forte". Non hanno lo stesso obiettivo, ma tutti ritengono che l'eventuale voto consentirà di chiarire le relazioni fra Berna e Bruxelles. L'UDC ha invece minacciato di lanciare un'iniziativa per disdire l'accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l'UE.

Il Consiglio federale trasmetterà al parlamento il suo messaggio sull'iniziativa RASA entro il 27 aprile 2017.
 

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