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FRIBURGOVerdi Liberali: «Serve una politica agricola più competitiva»

28.01.17 - 15:26
Il presidente, Martin Bäumle, ha dichiarato che il partito persegue una visione di Svizzera «aperta e collegata al mondo»
Verdi Liberali: «Serve una politica agricola più competitiva»
Il presidente, Martin Bäumle, ha dichiarato che il partito persegue una visione di Svizzera «aperta e collegata al mondo»

FRIBURGO - La politica agricola elvetica deve essere più ecologica, ma anche più competitiva: lo auspicano i verdi-liberali, riuniti oggi in assemblea dei delegati a Friburgo, che hanno in particolare preconizzato una riduzione progressiva dei dazi doganali.

«Un'alleanza contro natura dei protezionisti di destra e di sinistra sta guadagnando terreno», ha detto il presidente del partito Martin Bäumle citato in un comunicato. I verdi-liberali si oppongono con tutta la forza a questa tendenza. «Noi perseguiamo la visione di una Svizzera aperta e collegata al mondo», ha detto.

Intenzioni per il 12 febbraio - Bäumle ha poi raccomandato nuovamente di votare tre volte sì in occasione delle votazioni del 12 febbraio: il partito dei verdi-liberali (PVL) aveva già preso posizione in proposito alla fine del 2016.

Riguardo alla politica agricola il PVL propone di abbassare i diritti di dogana a condizione che siano rispettate la trasparenza, le norme sociali e quelle ambientali, viene indicato in un comunicato. Secondo il partito «il prezzo dovrebbe anche riflettere l'impatto ambientale dovuto al trasporto e alla produzione».

«Gli stimoli che arrecano danni all'ambiente» devono essere eliminati e la politica agricola deve essere più competitiva, ha dichiarato la vicepresidente del partito e consigliera nazionale bernese Kathrin Bertschy, citata nel comunicato.

Per raggiungere tale obiettivo e trovare una soluzione ai problemi globali, è indispensabile una cooperazione tra Stati. E, in occasione della conclusione di accordi commerciali, la Svizzera deve impegnarsi attivamente per dare più peso ai diritti umani e all'ambiente, ha indicato la presidente del gruppo parlamentare Tiana Moser. Buone relazioni con i Paesi vicini e con l'Unione europea - ha poi aggiunto - sono essenziali per uno sviluppo armonioso della Svizzera e devono quindi essere coltivate di conseguenza.

D'altro canto, in un'intervista di oggi a "La Liberté", la vicepresidente e consigliera nazionale vodese Isabelle Chevalley ha affermato che il suo partito intende anche essere più attivo per quanto riguarda le sue idee di politica estera. La discrezione del PVL sui temi migratori che hanno dominato la campagna che ha preceduto le ultime elezioni federali ha contribuito alla perdita di velocità del partito.

Chevalley rimane comunque ottimista per il futuro, definendo il partito come dei «Verdi pragmatici e costruttori di ponti», che si situano «tra una sinistra "benevolente", desiderosa di accogliere tutti, e una destra conservatrice, che vuole mettere filo spinato alle frontiere».

Chevalley giudica anche che la posizione del PPD sugli stranieri è diventata «oscura» da quando è cambiato il presidente. «Lo stesso vale per il PLR», ha dichiarato al quotidiano friburghese.

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