La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati respinge per 6 voti contro 4 un'iniziativa parlamentare che chiede di non ampliare i criteri per l'internamento a vita
BERNA - I criteri per sancire l'internamento a vita di una persona non devono essere ampliati. La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati respinge per 6 voti contro 4 un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Céline Amaudruz (UDC/GE).
Il testo chiede di integrare nel catalogo delle infrazioni punibili con l'internamento a vita gli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere.
Secondo le disposizioni attuali, nel caso di uno stupro commesso con l'aiuto di stupefacenti non può essere invocato l'internamento a vita, contrariamente allo stupro "normale", sottolinea nel testo Amaudruz.
Secondo la commissione, l'iniziativa parlamentare non porta grandi cambiamenti pratici e non modificherebbe il numero di internamenti a vita pronunciati, si legge in un comunicato odierno dei Servizi del parlamento. Inoltre, è importante legiferare secondo un bisogno generale e non sulla base di casi isolati.
Il testo torna alla commissione del Nazionale, che in prima lettura aveva sostenuto l'iniziativa con 12 voti contro 10 e due astenuti.
ats