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SVIZZERAAbbandono del nucleare: a fare la differenza saranno gli elettori di centro

04.11.16 - 06:12
L’iniziativa dei Verdi tiene botta nella seconda fase del sondaggio di Tamedia. Per i politologi è una sorpresa
Abbandono del nucleare: a fare la differenza saranno gli elettori di centro
L’iniziativa dei Verdi tiene botta nella seconda fase del sondaggio di Tamedia. Per i politologi è una sorpresa

BERNA - La regola vuole che il consenso per un’iniziativa popolare possa fare solo una cosa dopo il lancio: calare. Un titolo accattivante o un tema scottante possono convincere all’inizio, col procedere della campagna, però, gli oppositori hanno di solito il sopravvento: l’iniziativa è troppo cara, mette a rischio posti di lavoro, non è attuabile, sono le obiezioni più classiche.
Per una volta, però, le cose sembrano andare diversamente: il consenso per l’iniziativa per l’abbandono del nucleare dei Verdi rimane intatto. Come rivela la seconda fase del sondaggio elettorale di Tamedia, infatti, il 56% degli svizzeri voterebbe “sì” o “tendenzialmente sì” il 27 novembre prossimo. I favorevoli sono insomma aumentati di un punto percentuale dall’ultima rilevazione, variazione tuttavia imputabile all’incertezza statistica. Stabile è anche il fronte degli oppositori: il 43% tende verso il “no”. A rimanere indeciso è invece solo l’1% delle 15mila persone intervistate.

Questi risultati sorprendono il politologo Thomas Milic, dell’istituto di ricerca Sotomo. «L’energia nucleare rappresenta un’eccezione perché le persone hanno già una posizione relativamente chiara a riguardo e regna un certo scetticismo sul tema», valuta Milic. Oltre agli elettori verdi, a sostenere la proposta ci sono anche quelli dei Verdi liberali, del Pbd e del Ppd, benché questi ultimi due partiti abbiano dato indicazione contraria. «È chiaro: la votazione sarà decisa dal Centro», spiega il politologo. Il risultato, continua, dipenderà dalla capacità o meno del Ppd e il Pbd di «rimettere in linea le loro pecorelle».

«I nostri elettori vogliono chiaramente abbandonare l’energia nucleare, ma a fine novembre decidiamo solo sul quando e sul come», afferma il presidente borghese democratico, Martin Landolt. Per il suo partito, sottolinea, è evidente che la soluzione migliore è rappresentata dalla Strategia energetica 2050 approvata in Parlamento. «Garantisce un abbandono ordinato del nucleare mentre questa iniziativa minaccia di provocare il caos», afferma.

La strategia energetica 2050 prevede che non vengano più costruite nuove centrali nucleari. Quelle attualmente in funzione, invece, devono continuare a operare. Avendo l’Udc lanciato un referendum a riguardo, tuttavia, l’intera svolta energetica è in pericolo, mette in guardia il verde Bastien Girod: «Lo capiscono anche gli elettori di centro ─ sostiene ─. Chi è per l’abbandono del nucleare voterà “sì”».

Paura di un’impasse

Fondamentalmente i risultati dimostrano «che la popolazione non si lascia influenzare dagli argomenti contraddittori degli oppositori», valuta Girod. È poco credibile, aggiunge, che la ministra dell’Energia, Doris Leuthard, avvisi di possibili blackout mentre gli oppositori di punta ammettono che non sussiste il rischio di carenza di energia elettrica.
Come dimostrano i risultati del sondaggio, tuttavia, gli allarmi lanciati non sono rimasti inascoltati. Fra gli oppositori, per esempio, la principale preoccupazione è che un abbandono prematuro del nucleare possa mettere a rischio l’approvvigionamento di energia elettrica. La seconda paura più grande è invece che in caso di approvazione dell’iniziativa si debba importare energia “sporca”. Per i sostenitori della proposta, infine, la questione sicurezza rappresenta il principale timore.

Si vota su un solo quesito: un vantaggio?

Secondo il politologo Thomas Milic è ancora possibile che la campagna degli oppositori prenda slancio nelle prossime tre settimane. Al contempo, però, gli iniziativisti potrebbero essere favoriti dal fatto che il 27 novembre non si vota su altre proposte: «Di regola i progetti dei Verdi hanno più chance se le persone possono confrontarsi approfonditamente a riguardo», spiega l’esperto. Se, invece, i votanti devono decidere su molti temi e hanno quindi a disposizione meno tempo per valutare le proposte tendono a esprimersi nel dubbio per lo status quo.

Il sondaggio di Tamedia

15'617 persone provenienti da tutta la Svizzera hanno partecipato online fra il 31 ottobre e il 1° novembre alla seconda fase del sondaggio Tamedia sulla votazione federale del 27 novembre. Le rilevazioni sono state condotte in collaborazione con i politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, che hanno ponderato gli intervistati secondo variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine di errore è dell’1,2%.

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COMMENTI
 

Mac67 7 anni fa su tio
Facciamo come l'Italia... abbandoniamo il nucleare prima di avere fonti alternative attive non, immaginate... cosi' come in Italia saremo costretti ad importare da altre nazioni (vedi Francia) che ha costruito una bella centrale al confine e vende a caro prezzo all'Italia, paese con il costo tra i piu' alti.... seguiamo l'esempio! rischi = ma costi piu' alti !
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