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BERNA"Sì" all'adesione al fondo di sicurezza di Schengen

24.06.16 - 11:50
Secondo la commissione, la collaborazione fra Berna e Bruxelles è indispensabile per riuscire a conciliare interessi economici e controlli restrittivi delle frontiere
"Sì" all'adesione al fondo di sicurezza di Schengen
Secondo la commissione, la collaborazione fra Berna e Bruxelles è indispensabile per riuscire a conciliare interessi economici e controlli restrittivi delle frontiere

BERNA - La Svizzera dovrebbe associarsi al nuovo Fondo per la sicurezza interna (FSI) dello spazio Schengen a partire dal 2019. È l'opinione della Commissione della politica di sicurezza degli Stati, che si è espressa con 10 voti senza opposizioni.

La Commissione europea ha dato tempo alla Svizzera fino al 3 luglio 2017 per riprendere il regolamento che istituisce il nuovo fondo, che sostituisce quello per le frontiere esterne, al quale la Confederazione ha partecipato dal 2009 al 2013.

Lo scopo del FSI è sostenere gli Stati dello spazio Schengen le cui frontiere sono particolarmente estese o che accolgono aeroporti internazionali importanti. Dovrebbe inoltre contribuire ad accrescere l'efficacia dei controlli e a migliorare la protezione delle frontiere esterne. Il tutto dovrebbe quindi portare a ridurre il numero di entrate illegali.

Secondo la commissione, la collaborazione fra Berna e Bruxelles è indispensabile per riuscire a conciliare interessi economici e controlli restrittivi delle frontiere. Si tratta poi di mostrarsi solidali con Stati sui quali gravano pesi e costi generati dalla protezione dei confini.

In totale il fondo sarebbe dotato di 2,76 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. La ripresa del regolamento europeo non implica alcuna modifica delle leggi svizzere. Secondo stime del Consiglio federale, la Svizzera dovrà versare 129 milioni distribuiti su sette anni, ovvero circa 18,43 milioni all'anno.
 
 

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