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BERNA5 giugno, nove cantoni tedeschi e due romandi al voto

29.05.16 - 10:27
Fra i temi in discussione nella Svizzera tedesca, il progetto di Expo2027, la scuola e i costi per la presa a carico dei bambini
5 giugno, nove cantoni tedeschi e due romandi al voto
Fra i temi in discussione nella Svizzera tedesca, il progetto di Expo2027, la scuola e i costi per la presa a carico dei bambini

BERNA - Votazioni su oggetti a carattere locale il 5 giugno - oltre che in Ticino - anche in nove cantoni svizzero tedeschi e due romandi. Fra i temi in discussione nella Svizzera tedesca, il progetto di Expo2027, la scuola e i costi per la presa a carico dei bambini.

Temi di voto nella Svizzera tedesca - Nei cantoni di SAN GALLO e TURGOVIA, i votanti sono chiamati a decidere su due crediti - rispettivamente di 5 e 3 milioni di franchi - per lo studio di fattibilità del progetto di esposizione nazionale Expo2027.

Anche Appenzello Interno vuole partecipare al progetto: in questo caso un credito di 800'000 è già stato approvato dal parlamento cantonale, cui spettava la competenza esclusiva della decisione.

I legislativi di San Gallo e Turgovia, che hanno sostenuto a larga maggioranza i rispettivi crediti, hanno invece deciso di rimandare la decisione finale al giudizio delle urne. In caso di "doppio sì", i cantoni promotori dovranno sottoporre entro il 2018 un progetto concreto al Consiglio federale. Un solo "no" basterebbe invece ad affossare in partenza l'intero progetto.

Un concorso d'idee lanciato dai cantoni promotori ha già premiato un progetto intitolato "Spedizione27", che si estenderà dalle regioni che si affacciano sul lago di Costanza fino al massiccio del Säntis.

Contro il progetto si sono espressi, soprattutto nel canton San Gallo, alcuni esponenti dell'UDC, a cui si aggiungono anche singoli rappresentanti dei Verdi, dei Verdi-liberali, del PBD e dell'UDF. Gli oppositori mettono in dubbio la sostenibilità ecologica del progetto e si dicono scettici sulle sue sue ricadute economiche, in particolare dopo l'esperienza di Expo.02.

In ARGOVIA è in votazione un'iniziativa per una presa a carico extra famigliare dei figli accessibile a tutti. Il testo obbliga i comuni ad offrire strutture in grado di soddisfare la domanda fino al termine della scuola dell'obbligo. Le rette verrebbero commisurate al reddito dei genitori, con una parte dei costi a carico del cantone e dei comuni.

Governo e parlamento hanno elaborato un controprogetto che vuole limitare l'offerta fino al sesto anno di scuola. I costi rimarrebbero a carico dei genitori e dei comuni, che sarebbero tenuti a sovvenzionare le famiglie bisognose. Il cantone non parteciperebbe alle spese.

Un altro oggetto sottoposto agli argoviesi è l'abolizione progressiva della tassa per l'iscrizione al registro fondiario delle transazioni immobiliari. La soppressione del balzello farebbe perdere al cantone 36 milioni di franchi l'anno. Il progetto, sostenuto dalla maggioranza borghese del parlamento, prevede un dimezzamento della tassa dal 2018 e la sua soppressione definitiva dal 2020.

Anche a BASILEA CAMPAGNA ci si esprime su un'iniziativa che regola il finanziamento della presa a carico extra famigliare dei bambini. Il testo, che governo e parlamento invitano a bocciare, obbliga i comuni a versare dei contributi ai genitori che affidano i figli a strutture riconosciute.

In caso di bocciatura entrerebbe in vigore un'iniziativa del PLR già approvata lo scorso novembre, che lascia ai comuni la scelta di sovvenzionare le famiglie oppure le istituzioni di presa a carico.

Nel cantone si vota pure su due oggetti relativi al piano di studi armonizzato della scuola dell'obbligo per la Svizzera tedesca "Lehrplan 21". Si tratta di decidere da una parte se la sua introduzione dovrà essere approvata dal parlamento cantonale. Dall'altra se mantenere singole materie come storia, fisica e biologia, oppure se raggrupparle, come previsto dal nuovo piano.

I votanti si esprimono inoltre su un credito di 15 milioni franchi per il risanamento della cassa pensione dell'Università di Basilea, contro cui l'UDC ha lanciato il referendum. Una bocciatura del credito comporterebbe il fallimento di un accordo in ambito universitario e culturale, in base al quale il cantone di Basilea Città si è impegnato a versare ai "cugini di campagna" 80 milioni di franchi nel giro di quattro anni.

A BASILEA CITTÀ è in gioco un credito di 16 milioni di franchi per la costruzione di un nuovo edificio che dovrebbe ospitare l'ufficio cantonale dell'ambiente e dell'energia. Il progetto è combattuto con un referendum da un comitato borghese che critica i costi e l'ubicazione, nei pressi dell'imbarcadero.

Nella città-cantone si vota inoltre su una revisione della legge sulla banca cantonale, contestata da un referendum del movimento di protesta Occupy, che critica la mancanza di etica e di controllo democratico.

La sinistra e il sindacato SSP invocano argomenti analoghi contro la nuova legge sulla società dei trasporti pubblici BVB, altro oggetto in votazione.

Nel canton ZURIGO si decide sull'abolizione di un unicum a livello nazionale, ossia la possibilità di eleggere alla carica di giudice di un tribunale distrettuale anche persone senza una licenza in diritto.

Nel cantone sono attualmente in carica 18 giudici distrettuali cosiddetti "laici", su un totale di 135. Questi si occupano in particolare di questioni legate alla famiglia e di divorzi. La relativa modifica della legge sull'organizzazione dei tribunali è combattuta da un referendum sostenuto da una minoranza dell'UDC e del PEV.

A NIDVALDO i votanti si esprimono su un'iniziativa che intende promuovere gli alloggi accessibili alla persone disabili. Il testo chiede che tutti gli immobili con almeno quattro appartamenti siano costruiti senza barriere architettoniche. Questa regola vale attualmente per gli edifici con almeno otto appartamenti. Governo e parlamento invitano a bocciare la proposta.

Nel canton SVITTO è in votazione un'iniziativa che combatte la realizzazione della nuova "Axenstrasse", la strada sull'asse del San Gottardo, in riva al Lago dei Quattro Cantoni, che collega le autostrade A4 e A2 tra Brunnen e Flüelen (UR).

In alternativa al progetto della Confederazione, con due nuovi tunnel che verrebbero a costare 980 milioni di franchi, l'iniziativa chiede il risanamento dell'attuale strada nazionale e la costruzione di una galleria molto più corta nei pressi di Sisikon (UR).

Il canton URI vuole favorire l'apertura di nuovi studi medici attraverso una modifica di legge, sottoposta a referendum obbligatorio, che prevede la possibilità di assegnare a questo scopo prestiti fino ad un importo di 1 milione di franchi o finanziamenti fino a 100'000 franchi.

Temi di voto nella Svizzera romanda - Votazioni su temi cantonali anche a Ginevra e nel Giura il prossimo 5 giugno. Cinque gli oggetti sottoposti al giudizio popolare nel cantone lemanico, due dei quali riguardano la mobilità. Nel Giura si decide sul numero minimo di comuni che possono lanciare un referendum o un'iniziativa.

Nel canton GINEVRA, i votanti sono chiamati a decidere sull'attraversamento stradale del lago, un tema che torna regolarmente d'attualità.

Un'iniziativa promossa dai partiti borghesi e combattuta dalla sinistra propone di allacciare con un ponte o con un tunnel la sponda sinistra del Lemano alla rete autostradale elvetica entro il 2030, per un costo stimato a circa 3 miliardi. Nel settembre 2014, i ginevrini avevano rifiutato la costruzione di un tunnel stradale sotto la rada di Ginevra.

Si vota pure su un'iniziativa a favore di trasporti pubblici più rapidi, nonché su un controprogetto che punta sulla complementarità dei trasporti, limitando alle zone urbane la priorità concessa ai trasporti pubblici.

In ambito fiscale, i ginevrini tornano a pronunciarsi sui forfait fiscali concessi ai ricchi stranieri. Un referendum del Partito socialista contesta la soglia di 400'000 franchi di "dispendio" annuo - stabilita da una legge varata dal Gran Consiglio in ottobre - oltre alla quale i contribuenti stranieri possono beneficiare dell'imposizione forfettaria.

Quinto oggetto in votazione: una riforma legislativa che intende facilitare l'acquisto di alloggi da parte degli inquilini che abitano da almeno cinque anni in un appartamento. L'innovazione è combattuta dalla sinistra e dall'associazione degli inquilini ASLOCA, i quali temono che i locatari non saranno sufficientemente protetti, in caso di rifiuto, dagli sfratti.

Nel canton GIURA, una modifica della Costituzione propone di portare da otto a cinque il numero di comuni richiesto affinché possano far uso del diritto di iniziativa o di referendum. Il cambiamento è ritenuto auspicabile dalle autorità a causa della diminuzione del numero dei comuni, passato da 83 a 57 negli ultimi anni.
 
 

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