Cerca e trova immobili

BERNACoppie sterili, «la diagnosi preimpianto è necessaria»

18.04.16 - 13:12
Ne è convinto il comitato interpartitico che stamane ha giudicato assurde e ipocrite le argomentazioni dei contrari
Coppie sterili, «la diagnosi preimpianto è necessaria»
Ne è convinto il comitato interpartitico che stamane ha giudicato assurde e ipocrite le argomentazioni dei contrari

BERNA - La diagnosi preimpianto (DPI) garantisce alle coppie sterili l'accesso a un trattamento ottimale e, in più, permette di rilevare malattie genetiche ereditarie gravi, come la mucoviscidosi, o anomalie genetiche come la trisomia 21 (mongolismo), evitando così di dover ricorrere all'aborto.

Ne è convinto un comitato interpartitico (PLR, Verdi liberali, UDC, PS, PBD, PPD) che stamane, invitando ad approvare la Legge sulla medicina della procreazione (LPAM) in votazione il prossimo 5 di giugno, ha giudicato assurde e ipocrite le argomentazioni dei contrari.

Ostili alla legge sono gli ambienti evangelici, cattolici e le organizzazioni di disabili. Quest'ultimi, in particolare, puntano il dito contro l'estensione delle analisi anche per la ricerca di anomalie genetiche, come il "mongolismo".

Già nel corso dei dibattiti in Parlamento, il Consigliere federale Alain Berset aveva messo in guardia da una deriva "eugenetica", ossia una selezione artificiale degli embrioni per promuovere solo i caratteri positivi, rimuovendo quelli negativi.

Per i fautori della DPI, la legge - che dovrà consentire di applicare la modifica costituzionale adottata lo scorso giugno col 61% di preferenze - su cui il popolo dovrà esprimersi è tra le più severe in Europa. La diagnosi preimpianto, che dovrebbe riguardare poche centinaia di casi l'anno, consentirà di identificare quegli embrioni portatori di anomalie prima di essere impiantati nell'utero della donna.

Oltre a ciò, permetterà di evitare gravidanze multiple e di dover magari ricorrere all'aborto quando, a gravidanza avanzata e dopo un'amniocentesi, si scopre che il feto è affetto da una malattia genetica, ha dichiarato Bruno Imthurm, professore all'Ospedale universitario di Zurigo.

Già oggi, molte coppie vanno all'estero per sottoporsi alla DPI proprio per scongiurare una simile eventualità, ossia l'interruzione di gravidanza, un intervento invasivo e potenzialmente traumatizzante, ha aggiunto lo specialista.

Ipocrita e assurdo impedire DPI - Per tutti questi motivi, secondo la Consigliera nazionale Ruth Humbel (PPD/AG), "è assurdo e ipocrita autorizzare test genetici fino alla dodicesima settimana, ma volerli impedire su un embrione di cinque giorni".

Nel suo intervento, il Consigliere nazionale PLR ticinese Ignazio Cassis, ex medico cantonale, ha sottolineato che la legge prevede dei "paletti" alquanto severi, i più severi d'Europa a suo dire, continente dove la DPI è già praticata da alcuni Stati almeno da vent'anni.

"La legge vieta per esempio l'utero in affitto, la fecondazione volta a selezionare un cosiddetto bambino salvatore per la donazione di tessuti a fratelli malati, la scelta del sesso del futuro figlio o del colore degli occhi", ha spiegato il responsabile del Partito borghese democratico bernese, Enea Martinelli, di professione farmacista.

Insomma, potranno usufruire della DPI solo quelle coppie che non possono diventare genitori in modo naturale o temono la trasmissione al futuro bimbo di malattie genetiche gravi.

Costi ridotti e trattamento più corto - La normativa riduce anche i costi e la durata del trattamento. Potendo infatti sviluppare fino a 12 embrioni, la DPI permetterà di selezionare quello che ha più possibilità di sopravvivere, evitando così come ora che vengano impiantati tre ovuli fecondati contemporaneamente, ha dichiarato Imthurm.

Con la DPI si riduce il rischio che si sviluppi un feto portatore di una malattia grave, e che quindi si ricorra all'aborto come sovente accade entro i tre mesi consentiti dalla legge, ma anche il pericolo di gravidanze multiple, fattore di pericolo per la madri, ha sottolineato.

La DPI consentirà insomma di ridurre i rischi inutili, ha chiosato la Consigliera nazionale Céline Amaudruz (UDC/VD).

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE