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BERNAVotazione del 5 giugno: il Consiglio Federale consiglia il sì alla diagnosi preimpianto

11.04.16 - 11:08
Questo tipo di diagnosi consiste nell'esame genetico di un embrione fecondato artificialmente, prima che sia impiantato nell'utero della donna. Attualmente la pratica è vietata
Votazione del 5 giugno: il Consiglio Federale consiglia il sì alla diagnosi preimpianto
Questo tipo di diagnosi consiste nell'esame genetico di un embrione fecondato artificialmente, prima che sia impiantato nell'utero della donna. Attualmente la pratica è vietata

BERNA - In Svizzera deve essere possibile poter ricorrere alla diagnosi preimpianto (DPI). È l'opinione del Consiglio federale, che invita i cittadini a dire "sì" alla modifica della legge sulla medicina della procreazione (LPAM), in votazione il prossimo 5 giugno.

"La votazione svolta circa un anno fa ha consentito di modificare le basi costituzionali sulla tematica. Dopo l'approvazione della prima tappa, si tratta ora di votare sulla modifica della legge che permettere nel concreto di effettuare le diagnosi preimpianto", ha spiegato oggi il consigliere federale Alain Berset ai media a Berna.

Questo tipo di diagnosi consiste nell'esame genetico di un embrione fecondato artificialmente, prima che sia impiantato nell'utero della donna. Attualmente la LPAM vieta questa pratica.

Il governo è favorevole alla DPI, ma con regole severe. L'autorizzazione verrebbe data solo a coppie con malattie genetiche ereditarie gravi e a quelle che non riescono a procreare in maniera naturale.

Nel primo caso mediante la DPI può essere selezionato un embrione che non presenti il difetto genetico responsabile della patologia. In tal modo la coppia può avere un bambino che non sia affetto dalla malattia ereditaria. Ad oggi questi esami possono essere svolti soltanto durante la gravidanza e la coppia deve quindi decidere se interromperla o proseguirla. La DPI permette di evitare questa situazione.

Nel secondo caso gli embrioni delle coppie possono essere esaminati per verificare la presenza di determinate caratteristiche genetiche. In tal modo si può selezionare un embrione che presenti buone probabilità di svilupparsi e permettere che la gravidanza proceda.

I costi non verranno rimborsati dall'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie e saranno pertanto a carico della coppia.

Queste tecniche esistono da una ventina d'anni e sono già permesse in numerosi Paesi. Ad oggi molti svizzeri sono quindi obbligati ad andare all'estero per utilizzarle. "Essendo un trattamento lungo e difficile, vogliamo mettere fine al turismo della procreazione", ha detto Berset.

Severi criteri etici

La nuova legge permette inoltre al medico di selezionare e impiantare in futuro ancora solo un embrione. Può essere così ridotto il numero di gravidanze gemellari e trigemellari e, di conseguenza, il rischio per la salute della madre e del bambino. Gli embrioni non impiantati possono essere conservati in vista di un ulteriore trattamento.

Tutti gli esami genetici di embrioni che hanno obiettivi diversi da quelli previsti sono vietati anche nella modifica della legge e perseguibili penalmente. Pertanto, anche in futuro non sarà possibile selezionare embrioni in base al sesso o ad altre caratteristiche fisiche, come ad esempio il colore degli occhi.

Rimane pure vietata la selezione di embrioni allo scopo di salvare fratelli da una grave malattia, utilizzandoli come riserva per cellule staminali. Le nuove norme prevedono inoltre che possano essere sviluppati al massimo dodici embrioni per ciclo di trattamento.

Alcuni disabili temono che questa norma indebolisca la loro posizione. Ma "questo timore è infondato, poiché la maggioranza delle disabilità non è di origine genetica", ha sottolineato il consigliere federale. Inoltre, le politiche della Confederazione continueranno a mirare al miglioramento delle condizioni e dello status di queste persone, ha rassicurato.
 

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