Cerca e trova immobili

BERNACondannato per discriminazione razziale, l'UDC ricorre al Tribunale federale

15.03.16 - 12:35
Il caso è quello del famigerato slogan "Kosovaren schlitzen Schweizer auf!"
20 Minuten
Condannato per discriminazione razziale, l'UDC ricorre al Tribunale federale
Il caso è quello del famigerato slogan "Kosovaren schlitzen Schweizer auf!"

BERNA - L'inserzione pubblicitaria utilizzata dall'UDC in vista delle elezioni federali del 2011, che fa riferimento a kosovari violenti, costituisce un caso di discriminazione razziale. Lo ha stabilito oggi il Tribunale cantonale bernese confermando il verdetto di colpevolezza emesso in prima istanza nei confronti del segretario generale del partito Martin Baltisser e della sua supplente Silvia Bär. Un ricorso al Tribunale federale (TF) è tutt'altro che escluso.

Baltisser è persuaso che l'UDC vorrà portare il caso davanti ai giudici di Losanna. In un primo tempo verranno analizzati gli argomenti del Tribunale cantonale, ha detto oggi il segretario generale ai media. Ma "a nostro avviso è sicuramente sensato che il Tribunale federale possa pronunciarsi su una tale questione".

L'inserzione dell'UDC, pubblicata la prima volta nell'agosto del 2011 e poi riutilizzata nella campagna in vista della votazione del 9 febbraio 2014 sull'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa", portava a caratteri cubitali la scritta "Kosovaren schlitzen Schweizer auf!", nella versione italiana "Dei kosovari pugnalano uno svizzero" (aufschlitzen significa però letteralmente squarciare, sbudellare).

Per il legale di Baltisser, Thomas Wirz, sia il titolo che l'insieme del testo sull'inserzione - pubblicata su siti dell'UDC, dei promotori dell'iniziativa sull'immigrazione e su giornali - fanno chiaramente riferimento a un caso concreto, ossia a un fatto di sangue avvenuto a Interlaken (BE) il 15 agosto 2011: dopo un diverbio in un ristorante, un kosovaro aveva accoltellato alla gola uno svizzero, già candidato democentrista al Gran Consiglio bernese e noto lottatore di lotta svizzera, che aveva rischiato di morire dissanguato.

Le versioni in francese - "Des Kosovars poignardent un Suisse" - e in italiano lo rivelano in modo inequivocabile, ha sostenuto la difesa. La formulazione tedesca, ha ammesso lo stesso Wirz, è ambigua: il soggetto "Kosovaren" può essere inteso come l'insieme dei kosovari o come alcuni kosovari.

Il tribunale d'appello, seguendo il Tribunale penale di Berna-Mittelland, ha ritenuto che l'inserzione "facesse di tutta l'erba un fascio". "Può essere capito solo come se tutti i kosovari fossero dei pugnalatori", ha detto il presidente della corte Andreas Weber giustificando la condanna.

Per il tribunale, l'UDC ha svilito un'intera etnia - i circa 150'000 kosovari in Svizzera -, cosa del resto accentuata dal sottotitolo del riquadro di pubblicità politica, "Ecco le conseguenze dell'immigrazione di massa di cui si perde il controllo". Le affermazioni dell'inserzione ledono la dignità umana. I quadri democentristi non possono quindi far valere la libertà d'opinione.

Il Tribunale cantonale ha condannato sia Baltisser che Bär a 45 aliquote giornaliere sospese condizionalmente (di rispettivamente 290 e 390 franchi, in funzione del diverso reddito dei due condannati). La sanzione è quindi più mite che in prima istanza (60 aliquote a testa, pure sospese).

La corte ha infatti ritenuto che la pubblicazione dell'inserzione sul sito internet dell'UDC non avesse il carattere di reato permanente, ma andasse paragonato - fatta salva una nuova giurisprudenza del TF - alla pubblicazione di un libro.

Il fatto che le versioni francese e italiana del testo non diano adito a problemi per il tribunale è irrilevante. Sono i traduttori che hanno attenuato la durezza del testo tedesco, ha sostenuto Weber. Bär e Baltisser, di lingua madre tedesca e professionisti nell'ambito della comunicazione, sapevano come il lettore medio avrebbe recepito il titolo dell'inserzione.

Nel 2011, dopo numerose e accese polemiche, l'UDC aveva modificato il testo dell'inserzione, sostituendolo con il soggetto al singolare "Kosovare schlitzt Schweizer auf" (nella versione italiana "Un kosovaro pugnala uno svizzero"). Il soggetto è poi tornato al plurale, su siti dell'UDC e dei promotori dell'iniziativa per il contingentamento della manodopera estera, fino alla fine del 2013, nella campagna in vista della consultazione del 9 febbraio 2014.

La denuncia contro i due dirigenti era stata inoltrata da due cittadini kosovari residenti in Svizzera. A loro avviso, Bär e Baltisser avevano fornito, in collaborazione con il presidente del partito Toni Brunner, un contributo importante alla concezione e alla diffusione dell'inserzione.

Brunner non ha dovuto apparire con loro sul banco degli imputati, anche se inizialmente il procedimento penale era diretto contro di lui. Nel 2013, il parlamento ha infatti rifiutato di levare l'immunità al consigliere nazionale sangallese.

In precedenza l'avvocato dei due kosovari, lo specialista di diritto penale David Gibor, si era più volte opposto all'archiviazione della denuncia pronunciata dalla procura. Il Tribunale cantonale bernese gli ha dato ragione e per due volte ha imposto al ministero pubblico di procedere contro l'UDC per discriminazione razziale.

Dato che l'inserzione incriminata è servita anche per la campagna a favore dell'iniziativa sull'immigrazione, il legale dei due kosovari aveva messo in dubbio anche la legalità dell'esito della votazione, in cui 9000 suffragi sarebbero bastati per cambiare il risultato. Il Il ricorso sulla votazione, ai sensi della Legge federale sui diritti politici, è però stato bocciato dal TF.
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

cacos 8 anni fa su tio
ma siamo proprio svizzeri, se fosse successo i Kosovo con vittime CH pensate davvero che avrebbero fatto tutto sto can can non sarebbe nemmeno apparso sui quotidiani.
NOTIZIE PIÙ LETTE