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SVIZZERADoppia imposizione: via libera anche dagli Stati

01.03.16 - 09:15
Dopo il Consiglio nazionale, anche la Camera dei cantoni ha accettato il protocollo con 42 voti favorevoli e 0 contrari. Esso permetterà di scambiare informazioni fiscali tra Svizzera e Italia
Doppia imposizione: via libera anche dagli Stati
Dopo il Consiglio nazionale, anche la Camera dei cantoni ha accettato il protocollo con 42 voti favorevoli e 0 contrari. Esso permetterà di scambiare informazioni fiscali tra Svizzera e Italia

BERNA - Dopo il Consiglio nazionale, anche la Camera dei cantoni ha dato oggi (42 voti senza opposizione) il via libera al Protocollo di modifica della Convenzione di doppia imposizione tra la Svizzera e l'Italia che permetterà ai due Paesi di scambiarsi, su richiesta, informazioni in ambito fiscale. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Il Protocollo dovrebbe contribuire a migliorare le relazioni economiche bilaterali, deterioratesi nel corso degli ultimi anni, ha dichiarato Martin Schmid (PLR/GR) a nome della commissione.

La modifica della convenzione agevolerà inoltre la regolarizzazione degli averi depositati da clienti italiani nelle banche elvetiche nell'ambito del programma di denuncia spontanea - Voluntary Disclosure - attuato dal Parlamento italiano.

Nel suo intervento, il consigliere federale Ueli Maurer ha sottolineato l'importanza delle relazioni bilaterali con l'Italia, il nostro terzo partner commerciale, e le necessità quindi di appianare finalmente le divergenze in ambito fiscale degli ultimi anni.

Il protocollo contempla lo scambio di informazioni fiscali solo su richiesta, ha precisato il ministro delle finanze, sull'esempio di intese simili in vigore con gli Stati Uniti o la Germania. Lo scambio automatico e spontaneo sarà regolato in leggi separate, ha aggiunto.

Quanto ai dossier ancora aperti con Roma, come l'accordo sulla tassazione dei frontalieri, Maurer si è detto fiducioso, ma si attende anche qualche concessione dal Canton Ticino (a Roma non è piaciuta, per esempio, la decisione di Bellinzona di pretendere dai lavoratori esteri la presentazione del casellario giudiziale, n.d.r.).

Il Nazionale, in dicembre, aveva votato a favore di questa intesa per 129 voti a 13 e 39 astenuti. L'accordo era stato respinto dai consiglieri nazionali Roberta Pantani e Lorenzo Quadri della Lega nonché da Marco Chiesa dell'UDC. A favore avevano votato invece Marina Carobbio (PS), Giovanni Merlini e Ignazio Cassis (PLR); astenuti i PPD Marco Romano e Fabio Regazzi.

Mentre il processo di ratifica sul versante elvetico sta per giungere a conclusione, in Italia il dossier ha subito uno stop al Senato, dopo essere stato approvato dalla Camera dei deputati.

Il senatore del Partito democratico, nonché relatore della commissione degli affari esteri su questo dossier, Claudio Micheloni, ha deciso nelle settimane scorse di non presentare la sua relazione.

Il motivo? A suo avviso vi sarebbero ancora alcune questioni aperte relative, in particolare, all'imposizione degli immobili posseduti nella Penisola da italiani residenti nella Confederazione e agli emigranti italiani rientrati in Patria.

Quest'ultimo problema va visto in relazione alla "Voluntary Disclosure", ossia il programma di regolarizzazione fiscale lanciato dal premier Matteo Renzi per coloro che hanno patrimoni all'estero non dichiarati. Micheloni, residente nel canton Neuchâtel, è presidente per le Questioni degli italiani all'estero.

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