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BERNADiagnosi preimpianto: il "Sì" è chiaro

14.06.15 - 18:03
A favore della DPI hanno votato 1'377'265 persone, i contrari sono stati 846'986
Diagnosi preimpianto: il "Sì" è chiaro
A favore della DPI hanno votato 1'377'265 persone, i contrari sono stati 846'986

BERNA - Chiaro sì alla diagnosi preimpianto (DPI) sugli embrioni in vitro. La maggioranza del popolo svizzero (61,9%) e la gran parte dei Cantoni - 20 tra cui Ticino e Grigioni - hanno accolto la modifica dell'articolo costituzionale relativo alla medicina riproduttiva che crea le condizioni affinché questo tipo di esame possa essere eseguito nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie e di coppie che non possono avere figli in modo naturale.

A favore della DPI hanno votato 1'377'265 persone, i contrari sono stati 846'986. La partecipazione si è attestata al 42,9%.

Il decreto federale concernente la modifica dell'articolo costituzionale relativo alla medicina riproduttiva e all'ingegneria genetica in ambito umano ha raccolto il maggior numero di voti favorevoli nei Cantoni romandi: in particolare Vaud (84,8%) e Ginevra (82,2%), seguiti da Neuchâtel (75,1%), Friburgo (67,1%) e Giura (67,2%). In Ticino i sì sono stati il 60,8% e nei Grigioni il 53,9%.

Tutti svizzero tedeschi invece i cantoni - sei - che hanno espresso il loro disaccordo: Obvaldo ha detto no con il 55,8% dei voti, seguito da Appenzello interno (55,5%), Uri (53,9%), Appenzello esterno (51,3%), Svitto (51%) e infine Sciaffusa (50,9%). Tra i cantoni svizzero tedeschi che hanno più espressamente detto "sì" alla DPI vi sono Zurigo (64,8%), Basilea Città (62,6%) e Basilea Campagna (61,3%). Berna ha accolto la modifica dell'articolo costituzionale con il 57,1%.

In Svizzera la DPI, l'esame genetico di un embrione concepito mediante fecondazione artificiale prima che sia impiantato nell'utero della donna, è attualmente vietato. Test sugli embrioni per evidenziare malattie ereditarie possono essere effettuati solo durante la gravidanza nell'ambito di esami prenatali.

La modifica dell'articolo 119 della Costituzione federale intende rendere possibile la DPI nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie e di coppie che non possono avere figli in modo naturale.

Nel primo caso l'esame permette di selezionare embrioni non affetti dalle anomalie genetiche dei genitori e nel secondo caso di selezionare gli embrioni che hanno buone probabilità di svilupparsi, in modo che la gravidanza proceda possibilmente senza complicazioni. Resta tuttavia vietata la selezione degli embrioni per altri scopi (determinazione del sesso, di caratteristiche fisiche o per generare i cosiddetti "bambini salvatori").

La nuova disposizione permette inoltre di impiantare un solo embrione alla volta riducendo così il numero di gravidanze plurigemellari e quindi i rischi per mamma e bambino.

Preso atto del risultato il Partito evangelico (PEV) ha annunciato che lancerà un referendum contro la legge, mettendo così in atto la minaccia espressa nel corso di tutta la campagna.

"Nella legge il Parlamento si è spinto troppo lontano", ha detto oggi all'ats la consigliera nazionale e presidente del PEV Marianne Streiff. La Svizzera diventerebbe più liberale rispetto a certi paesi che autorizzano questo esame sugli embrioni generati artificialmente prima di impiantarli nell'utero solo nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie.

Secondo la presidente del PEV, molti che hanno votato sì oggi, diranno no alla legge. L'articolo costituzionale appare ancora inoffensivo, per questo motivo molti lo hanno accolto.

Le grandi organizzazioni degli handicappati hanno da parte loro indicato che sosterranno il referendum annunciato dal Partito evangelico (PEV).

L'associazione AGILE.CH si è detta delusa del risultato. "La campagna ha comunque permesso di lanciare un dibattito etico sulla diagnosi preimpianto e mostrare che non si tratta di un semplice cambiamento di virgola nella Costituzione", ha dichiarato la segretaria romanda di AGILE.CH, Magali Corpataux. La legge adottata dal Parlamento - ha detto - lascia ancora molte domande senza risposta.

Pro Infirmis, che ha sostenuto l'articolo costituzionale, ha indicato che appoggerà il referendum in quanto "l'accesso alla DPI come previsto dal Parlamento deve essere ancora oggetto di un ampio dibattito", ha indicato Urs Dettling, membro della direzione.

Rammarico è stato espresso dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS). L'accettazione da parte del popolo della diagnosi preimpianto è un passo indietro per la tutela della protezione integrale dell'essere umano dal suo concepimento fino alla morte, si legge in un comunicato della CVS.

"Con questa diagnosi, non si cura una malattia, ma la si evita sopprimendo l'embrione che ne è portatore. Ciò non è giustificabile!", indica la CVS. La DPI è una tecnica di selezione con la quale ci si dà il diritto di decidere chi merita di vivere e chi no.

Il consigliere agli Stati Felix Gutzwiller (PLR/ZH), membro del comitato in favore dell'articolo costituzionale sulla DPI, ha da parte sua detto che il referendum annunciato dal PEV è destinato a fallire. Egli si mostra molto ottimista in vista di una votazione in questo senso tra un anno. Secondo Gutzwiller non emergeranno nuovi argomenti. Ci sarà persino la possibilità che il sì prevalga ancora più nettamente.

Il risultato di oggi è molto importante per le coppie interessate che potranno approfittare dei progressi medici che si conoscono già in tutta Europa, ha indicato Gutzwiller. La scelta resterà sempre responsabilità dei genitori.

Le donne borghesi che avevano sostenuto la DPI, sono anche molto contente del risultato. "È una votazione per le donne e la salute delle donne", ha detto la consigliera nazionale Rosmarie Quadranti (PBD/ZH).

ats

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