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BERNA"Il diritto internazionale va rispettato"

12.06.15 - 13:08
Lo indica un rapporto approvato oggi dal Consiglio federale
"Il diritto internazionale va rispettato"
Lo indica un rapporto approvato oggi dal Consiglio federale

BERNA - La Svizzera è tenuta a rispettare il diritto internazionale. Lo indica un rapporto approvato oggi dal Consiglio federale, in cui si precisa che eventuali conflitti col diritto interno non verrebbero risolti più facilmente nemmeno se i trattati internazionali venissero suddivisi in base alla rispettiva maggiore o minore legittimità democratica.

Una gerarchizzazione dei trattati internazionali fondata sulla loro legittimazione democratica, precisa una nota odierna dell'Ufficio federale di giustizia (UFG), "si ripercuoterebbe negativamente sulla credibilità della Svizzera quale parte contraente affidabile".

Per questo motivo, il Governo non intende seguire i suggerimenti presenti in un postulato (13.3805) del gruppo PLR adottato dal Consiglio nazionale nel 2013, ossia di stabilire una gerarchia tra i trattati internazionali sulla base di quanto già accade col diritto interno, dove si distingue tra Costituzione, leggi, e ordinanze.

Adottando una distinzione simile anche per i trattati, in caso di conflitto tra una norma del diritto interno e una norma del diritto internazionale prevarrebbe quella con la maggiore legittimazione democratica.

Per l'UFG, tuttavia, "la speranza di una soluzione più semplice dei conflitti tra norme connessa a tale proposta si rivelerebbe difficilmente attuabile". In effetti, precisa il comunicato, la Svizzera è tenuta a rispettare gli impegni internazionali assunti, in linea di massima a prescindere da una regola che stabilisce la priorità del diritto interno.

La regola della priorità, secondo l'UFG, "non risolverebbe pertanto i conflitti, bensì li trasferirebbe al livello del diritto internazionale. Ne conseguirebbero ripercussioni negative per la credibilità della Svizzera come parte contraente affidabile".

No referendum obbligatorio per trattati a carattere costituzionale

Il governo è anche contrario all'introduzione del referendum obbligatorio per i trattati internazionali a carattere costituzionale (diritti fondamentali, istituzioni).

Secondo il rapporto, nel diritto costituzionale non scritto è riconosciuto che, vista la loro importanza, determinati trattati internazionali hanno carattere costituzionale e sottostanno al referendum obbligatorio, come è il caso per l'adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sopranazionali.

Nella sua risposta al postulato del 2013, il Consiglio federale faceva notare che nel controprogetto all'iniziativa popolare lanciata dall'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) - "Accordi internazionali: decida il popolo!" - aveva previsto il referendum obbligatorio anche per i trattati internazionali che richiedono o equivalgono a una modifica della Costituzione federale (norme che garantiscono i diritti fondamentali, assicurano la struttura federale dello Stato o disciplinano i principi dell'organizzazione delle autorità federali).

Il referendum obbligatorio per i trattati internazionali a carattere costituzionale sarebbe stato introdotto nel diritto costituzionale scritto, come previsto dal postulato. L'Assemblea federale non ha tuttavia dato seguito alla proposta dell'esecutivo, raccomandando di respingere l'iniziativa senza controprogetto.

L'iniziativa dell'ASNI, che chiedeva di estendere il referendum obbligatorio ai trattati internazionali, era stata respinta il 17 giugno dal 75,2% dei votanti e da tutti i cantoni. Il testo intendeva estendere il referendum obbligatorio a tutti i trattati relativi a "settori importanti" che avrebbero comportato "nuove spese uniche di oltre un miliardo di franchi o nuove spese ricorrenti di oltre 100 milioni".

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