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SVIZZERAIl programma di risparmio 2014-2016 va riesaminato

14.10.14 - 16:54
Il programma di risparmio 2014-2016 va riesaminato

BERNA - Dopo averlo rinviato al Consiglio federale nel dicembre scorso, il parlamento dovrebbe riprendere in mano il pacchetto di consolidamento e di verifica dei compiti (PCon 2014) da quasi 700 milioni di franchi. È quanto ha deciso la commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CdF-N).

La CdF-N ha respinto una proposta di minoranza che chiedeva di rinviare ancora una volta il dossier al Governo affinché presenti uno scenario riguardante anche le entrate per il periodo 2014-2016, e non solo i tagli al bilancio della Confederazione.

L'esame particolareggiato dovrebbe incominciare nel febbraio 2015, specifica una nota dei Servizi parlamentari, dopo che l'Amministrazione federale delle contribuzioni avrà messo a punto un quadro completo delle misure del PCon già adottate al momento della deliberazione delle Camere del preventivo 2015. In quell'occasione, infatti, il parlamento aveva già approvato un taglio alle uscite di 376 milioni.

Nel dicembre scorso, grazie ad un'insolita alleanza tra Partito socialista, Verdi e Unione democratica di centro, il Consiglio nazionale aveva rinviato il PCon 2014 al Consiglio federale, con l'incarico di elaborare due scenari.

Nel primo si chiedono proposte che permettano di riequilibrare le finanze federali attraverso entrate supplementari o rinunce a riduzioni di imposte. Il secondo scenario deve presentare invece tre varianti per stabilizzare a 3 miliardi i crediti 2014-2016 per il personale, pari a un taglio di circa 300 milioni di franchi all'anno. Nel contempo viene chiesta una stabilizzazione della quota d'incidenza della spesa pubblica (uscite/PIL) al livello del Consuntivo 2012.

Circa le entrate, nel suo messaggio del settembre scorso, il Governo ha sostenuto di non vedere alcuna possibilità di attuare misure di sostituzione del PCon 2014. Per quanto riguarda gli introiti fiscali con un forte gettito, sono infatti già pianificati o in fase di elaborazione aumenti, riduzioni o riforme.

Sul fronte dei tagli per il personale, stando al Governo un taglio lineare del 6,1% comporterebbe la soppressione di 2300 posti di lavoro a tempo pieno, con riduzioni alquanto importanti per il Dipartimento federale della difesa (-38,8 milioni) e della finanze (-34,8 milioni, con tagli al corpo delle guardie di confine).

L'esecutivo propone anche una riduzione del 7,3% nei settori in cui l'adempimento dei compiti spetta unicamente alla Confederazione. Un ultima variante, nei settori in cui la gestione dell'adempimento dei compiti avviene primariamente mediante prescrizioni e sussidi, le uscite per il personale dovrebbero essere ridotte del 17%, mentre nei settori di competenza della Confederazione del 2,5%.

Nel suo messaggio il Governo tratteggia le misure che potrebbero soddisfare queste richieste, ma puntualizza che per raggiungere determinati obiettivi bisognerà rinunciare a determinati compiti incisivi e ridurre notevolmente le prestazioni, ciò che non può essere attuato senza modifiche di legge.

Ats

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