Negli ultimi anni gli scambi commerciali tra i due paesi sono progrediti esponenzialmente: mentre le importazioni dalla Cina sono quintuplicate tra il 2000 e il 2013, le esportazioni sono perfino sestuplicate, scrive l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) in una nota odierna. Lo scorso anno la Confederazione ha importato beni per 11,4 miliardi di franchi e ne ha esportati per 8,8 miliardi. Ne risulta un deficit commerciale di 2,7 miliardi.
A vendere maggiormente nell'"impero di mezzo" è stata l'industria chimica e farmaceutica: il 29% delle esportazioni totali - pari a 2,5 miliardi di franchi - sono andate in Cina. Segue il settore degli strumenti di precisione, orologi e gioielleria (28%, 2,461 miliardi). Stando all'AFD, il colosso asiatico è il terzo maggior acquirente di orologi svizzeri al mondo. Il ramo delle macchine e dell'elettronica registra una quota del 26% (2,3 miliardi) dell'export totale. Nel 1990 quest'ultimo settore forniva ancora oltre i tre quarti delle esportazioni, tuttavia allora il volume era nettamente inferiore: 302 milioni di franchi contro i 2,3 miliardi del 2013.
Quanto alle importazioni, la quota maggiore è del ramo delle macchine e dell'elettronica - soprattutto computer e cellulari -, pari al 43% del totale o 4,9 miliardi di franchi. Al secondo posto vi sono acquisti nel settore dei vestiti, dei tessili e delle scarpe: la quota è scesa dal 46% nel 1990 al 18% (2 miliardi). Tuttavia la contrazione è relativa, visto che ora la Confederazione acquista nel paese asiatico dieci volte più di questo genere di beni rispetto a quasi 25 anni fa.