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SVIZZERACala il numero dei dirigenti stranieri

03.03.14 - 15:04
La proporzione è diminuita per la prima volta in dieci anni
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Cala il numero dei dirigenti stranieri
La proporzione è diminuita per la prima volta in dieci anni

ZURIGO - Nel 2013, per la prima volta in dieci anni, la proporzione di dirigenti stranieri nella grandi aziende elvetiche è diminuita. Se tra il 2006 e il 2011 era passata dal 36% al 45%, nel 2012 ha subito una stagnazione e lo scorso anno addirittura una contrazione, al 42% .

 

Lo rivela l'edizione 2014 di "Schilling Report", presentata oggi a Zurigo da Guido Schilling, specializzato nella ricerca di manodopera specializzata, il quale non ha nascosto una certa sorpresa. Tre anni fa infatti aveva pronosticato che nel 2015 la metà dei dirigenti della 100 maggiori aziende elvetiche sarebbero stati stranieri.

 

Schilling attribuisce questo calo alla concorrenza di altri Paesi, che si è manifestata da qualche anno; la Germania, ad esempio, la cui economia è florida e offre condizioni attraenti per manager.

 

Tuttavia, considerando le 20 multinazionali inserite nell'indice Swiss Market Index (SMI) della Borsa svizzera, ossia quelle a maggiore capitalizzazione, emerge che oltre la metà è diretta da uno straniero.

 

E' questo il caso di Nestlé (con il belga Paul Bulcke), di Novartis (Joseph Jimenez, americano), di Credit Suisse (Brady Dougan, pure americano) di Roche (Severin Schwan, austriaco), di Holcim (Bernard Fontana, francese).

 

Il fenomeno del calo di dirigenti stranieri comunque non può venir messo in diretto collegamento con l'accettazione dell'iniziativa UDC "Contro l'immigrazione di massa": il dibattito sulla limitazione dell'afflusso di stranieri ha però potuto suscitare un certo timore in alcuni manager che pensavano e pensano di spostarsi con la famiglia in Svizzera.

 

Le aziende, secondo "Schilling Report", hanno incontrato difficoltà in materia dei reclutamento di alti dirigenti. Per quanto concerne i consigli di amministrazione la quota di stranieri è rimasta stabile (36%). La percentuale di donne negli organi di sorveglianza è progredita dal 10 al 13%. Oltre un posto di amministratore su cinque è occupato da donne e perfino uno su tre nelle aziende dell'indice SMI. Un fenomeno che dovrebbe continuare secondo Schilling.

 

Per quanto concerne le direzioni aziendali, sono sempre e ancora gli uomini a dominare: in nove anni la quota femminile è passata dal 4% al 6%. Attualmente soltanto tre grandi aziende elvetiche hanno una direttrice generale: La Posta (con Susanne Ruoff), Alpiq (con Jasmin Staiblin) e le ex Forze motrici bernesi, oggi BKW (con Suzanne Thomas).

 

Ats

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