Cerca e trova immobili

ZURIGOÈ stato un buon anno per la borsa

27.12.12 - 16:24
È stato un buon anno per la borsa
ZURIGO - Per la Borsa svizzera il 2012 è stato tutt'altro che un anno di crisi: l'indice principale SMI ha guadagnato da inizio anno oltre il 17%, quello allargato SPI quasi il 20%.

Lo Swiss Market Index (SMI), che comprende i titoli delle venti società svizzere con la maggiore capitalizzazione, ha iniziato il 2012 intorno ai 5950 punti; ora è quasi a quota 7000. Da parte sua il primo gennaio lo Swiss Performance Index (SPI) si situava di poco al di sotto dei 5350 punti e ne ha ormai raggiunti pressoché 6400.

Dei venti principali titoli 19 sono progrediti negli ultimi dodici mesi; solo l'azione della banca Julius Bär ha perso valore. Nell'SPI quasi 170 titoli sono avanzati, mentre una novantina ha perso terreno.

Chiaro vincitore tra le blue chip è Richemont: la società del lusso ha guadagnato il 50% rispetto a inizio anno. Seguono il gruppo biotecnologico Actelion e il riassicuratore Swiss Re, entrambi con un +40% circa.

Dopo un 2010 e un 2011 piuttosto difficili per le piazze finanziarie risulta quindi una chiara ripresa dei corsi. Secondo Peter Bänziger, responsabile degli investimenti presso Swisscanto, la società di servizi controllata dalle banche cantonali, l'evoluzione positiva si spiega con diversi fattori: da un lato la Borsa svizzera era nettamente sottovalutata e ora si è verificata una correzione.

Dall'altra nel corso del 2012 sono stati eliminati molti ostacoli, in particolare l'approvazione degli aiuti alla Grecia e del fondo salva-Stati europeo da parte della Corte costituzionale tedesca, le misure di sostegno all'economia della Federal Reserve americana e la decisione della Banca centrale europea di comprare, se necessario, titoli di Stato.

Tutto ciò ha calmato i mercati. In realtà la fiducia nel fatto che la politica riesca a risolvere i problemi economici in Europa è ancora molto bassa. "Ma la gente si è abituata alla crisi permanente", afferma Bänziger. Ciononostante la crisi non è ancora alle spalle.

Non tutti i rami hanno però potuto approfittare del miglioramento generale sui mercati: soprattutto le aziende elettriche, i gruppi industriali e le banche hanno riscontrato problemi. Difatti, dei cinquanta maggiori perdenti dell'SPI quasi due terzi rientrano in questi settori, e tutti hanno subito cali a due cifre.

ATS

ZURIGO - Per la Borsa svizzera il 2012 è stato tutt'altro che un anno di crisi: l'indice principale SMI ha guadagnato da inizio anno oltre il 17%, quello allargato SPI quasi il 20%.

 

Lo Swiss Market Index (SMI), che comprende i titoli delle venti società svizzere con la maggiore capitalizzazione, ha iniziato il 2012 intorno ai 5950 punti; ora è quasi a quota 7000. Da parte sua il primo gennaio lo Swiss Performance Index (SPI) si situava di poco al di sotto dei 5350 punti e ne ha ormai raggiunti pressoché 6400.

Dei venti principali titoli 19 sono progrediti negli ultimi dodici mesi; solo l'azione della banca Julius Bär ha perso valore. Nell'SPI quasi 170 titoli sono avanzati, mentre una novantina ha perso terreno.

Chiaro vincitore tra le blue chip è Richemont: la società del lusso ha guadagnato il 50% rispetto a inizio anno. Seguono il gruppo biotecnologico Actelion e il riassicuratore Swiss Re, entrambi con un +40% circa.

Dopo un 2010 e un 2011 piuttosto difficili per le piazze finanziarie risulta quindi una chiara ripresa dei corsi. Secondo Peter Bänziger, responsabile degli investimenti presso Swisscanto, la società di servizi controllata dalle banche cantonali, l'evoluzione positiva si spiega con diversi fattori: da un lato la Borsa svizzera era nettamente sottovalutata e ora si è verificata una correzione.

Dall'altra nel corso del 2012 sono stati eliminati molti ostacoli, in particolare l'approvazione degli aiuti alla Grecia e del fondo salva-Stati europeo da parte della Corte costituzionale tedesca, le misure di sostegno all'economia della Federal Reserve americana e la decisione della Banca centrale europea di comprare, se necessario, titoli di Stato.

Tutto ciò ha calmato i mercati. In realtà la fiducia nel fatto che la politica riesca a risolvere i problemi economici in Europa è ancora molto bassa. "Ma la gente si è abituata alla crisi permanente", afferma Bänziger. Ciononostante la crisi non è ancora alle spalle.

Non tutti i rami hanno però potuto approfittare del miglioramento generale sui mercati: soprattutto le aziende elettriche, i gruppi industriali e le banche hanno riscontrato problemi. Difatti, dei cinquanta maggiori perdenti dell'SPI quasi due terzi rientrano in questi settori, e tutti hanno subito cali a due cifre.

ATS

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE