Questa drastica riduzione non consentirebbe più la diversità e la qualità dei programmi. Metterebbe inoltre in pericolo il mandato costituzionale della SSR che consiste nel rafforzare la coesione nazionale, ha sottolineato la commissione delle telecomunicazioni della Camera dei cantoni in un rapporto scritto.
L'importo relativamente elevato del canone è da ricondurre in particolare al plurilinguismo svizzero. Non sarebbero inoltre le emittenti private elvetiche, bensì quelle estere, ad approfittare della riduzione massiccia della tassa, prosegue il documento.
La petizione, munita di oltre 140'000 firme, era stata depositata dall'UDC e da giovani di destra, sostenuti da internauti contrari alla Billag, l'ente di riscossione dei canoni radiotelevisivi. Oltre all'abbassamento a 200 franchi, il testo chiedeva che tutti i risparmi realizzati dalla Billag (10 milioni di franchi) e tutti gli introiti non trasmessi (67 milioni) fossero riversati ai contribuenti.
La petizione esigeva infine che di esonerare dal canone tutti coloro che sono in grado di provare di non "consumare" i programmi radio-tv.