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BIENNEOrologeria: marchio "Swiss made" meno severo del previsto

17.06.11 - 12:54
Orologeria: marchio "Swiss made" meno severo del previsto
BIENNE - La delimitazione più severa dei criteri per l'etichetta "Swiss made" per gli orologi sarà meno restrittiva del previsto. In seguito agli accordi presi tra la Confederazione e l'Unione europea (Ue), la Federazione dell'industria orolgiera (FH) ha dovuto rivedere al ribasso il tasso minimo di componenti svizzeri per ottenere la prestigiosa denominazione.

Attualmente l'Ordinanza federale concernente l'utilizzazione della designazione "Svizzera" per gli orologi sostiene che è necessario che il 50% dei costi di fabbricazione dei componenti meccanici del movimento rappresentino operazioni fatte in Svizzera. Nel mese di giugno del 2007, i delegati della FH avevano affermato di voler portare questo tasso all'80% per gli orologi meccanici e al 60% per quelli elettronici.

Nel suo bollettino pubblicato oggi, la FH ha comunicato di aver dovuto ridurre le proprie ambizioni: il tasso per gli orologi meccanici sarà aumentato solo al 60%. Il motivo, come spiega oggi il quotidiano "Le Temps", è la pressione fatta dall'Ue - che riteneva le norme proposte fossero misure di protezionismo nascoste - e diversi "accordi orologieri" presi tra la Svizzera e la stessa Ue.

C'era inoltre il rischio che le nuove norme non fossero compatibili con le disposizioni dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), ha spiegato all'ATS il presidente della FH Jean-Daniel Pasche. Egli ha inoltre riconosciuto che i produttori europei sono preoccupati per il rafforzamento del marchio "Swiss made", rafforzamento che, ha tenuto ha sottolineare, effettivamente ci sarà.

Oltre alla soglia del 60% sui componenti meccanici del movimento, il progetto della FH prevede infatti anche l'introduzione di un tasso dell'80% per l'insieme dell'orologio, limite che finora non esisteva. Per gli altri prodotti finiti di fabbricazione elvetica, il tasso è stato fissato al 50%.

L'obiettivo per gli orologi elettronici non è invece modificato. Il tasso del 60%, valevole sia per il movimento che per il prodotto finito, viene mantenuto.

Per Pache un rafforzamento dei criteri del marchio "Swiss made" è indispensabile sul lungo periodo, se così non fosse ci sarebbe un rischio che l'etichetta perda parte del suo prestigio. A tal proposito il presidente della FH ha criticato quella parte di produttori, una minoranza, che si oppone all'inasprimento delle norme temendo un aumento dei costi di fabbricazione.

La FH trasmetterà ora al Consiglio federale il proprio progetto di revisione dell'Ordinanza. La Federazione chiederà inoltre al governo di trattare questo dossier separatamente dal progetto Swissness (che mira a regolamentare l'utilizzo delle denominazioni "Svizzera", "qualità svizzera", "made in Switzerland" e l'uso della croce svizzera). Questo è infatti attualmente bloccato in seguito alle divergenze sulla sua applicazione nei prodotti alimentari.

ATS
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