«Il riscaldamento climatico è un fatto e deve essere combattuto» affermano dal colosso bancario
ZURIGO - Credit Suisse ha reagito oggi alle critiche mosse nei suoi confronti dagli ambienti ecologisti. Il numero due bancario elvetico sottolinea non solo gli sforzi che compie per impedire il riscaldamento climatico, ma anche il ruolo centrale che svolge l'industria finanziaria nella transizione dell'economia e l'uscita dalle energie di origine fossile.
«Il riscaldamento climatico è un fatto e deve essere combattuto», indica Credit Suisse nella sua presa di posizione scritta, deplorando «la campagna pubblica attuale», condotta nei suoi confronti e che secondo la grande banca diffonde false informazioni e ignora i fatti.
Credit Suisse ricorda inoltre di aver annunciato a metà dicembre di aver deciso di non fornire più alcun tipo di finanziamento mirato allo sviluppo di nuove centrali a carbone come anche il suo impegno a concedere crediti in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi sul clima. Il numero due bancario elvetico assicura di collaborare con i suoi clienti al fine di aiutare nella transizione e la trasformazione dei loro modelli di affari.
Credit Suisse tiene inoltre a precisare una frase del suo CEO Tidjane Thiam, ripresa dagli attivisti secondo la quale «tutte le incertezze causate dagli eventi distruttivi presentano anche delle opportunità» facendo un parallelo con il riscaldamento climatico. La banca tiene a sottolineare che il discorso tenuto in occasione del congresso degli investitori nel 2018 è stato completamente decontestualizzato, dal momento che si riferiva alle disfunzioni causate dalle tecnologie e dalla fintech.
Il caso Federer - Con questa dichiarazione la banca si posiziona anche sullo scaramuccia mediatica tra il tennista basilese Roger Federer, che Credit Suisse sponsorizza, e l'attivista per il clima Greta Thunberg. L'adolescente svedese aveva condiviso un tweet del gruppo "350.org" in cui Federer è criticato per i suoi legami con Credit Suisse, accusata di finanziare centrali a carbone e altre energie fossili.
L'icona del tennis ha risposto sabato in una dichiarazione inviata alla Reuters nella quale dice di avere «molto rispetto e ammirazione per questi giovani che si mobilitano per il clima». «Sono anche grato a questi giovani attivisti - ha proseguito il basilese - di averci costretto a esaminare il nostro comportamento».
«Apprezzo i richiami alle mia responsabilità in quando persona, atleta e imprenditore e mi impegno a utilizzare questa posizione privilegiata per discutere di questioni importanti con i miei sponsor», sostiene ancora Federer.
Il basilese afferma di prendere «molto sul serio l'impatto e le minacce del cambiamento climatico, tanto più io e la mia famiglia arriviamo in Australia in mezzo alle devastazioni causate dagli incendi», osserva il giocatore che si sta preparando per gli imminenti Australian Open di Melbourne.
Processo in corso a Losanna - Martedì scorso si è aperto a Losanna un processo nei confronti di dodici attivisti per il clima, chiamati alla sbarra per un'azione condotta nel novembre 2018 nei locali di Credit Suisse del capoluogo vodese quando, vestiti da tennisti, hanno denunciato «l'ipocrisia di una banca che utilizza l'immagine positiva di Roger Federer nelle sue campagne, perseguendo al tempo stesso una politica di investimenti dannosi per l'ambientex, come per esempio nel controverso oleodotto nello Stato del Sud Dakota (Usa).
Alla fine di dicembre 2018 Credit Suisse ha sporto denuncia. Nella primavera del 2019, i dodici sono stati condannati tramite decreto d'accusa a 30 aliquote giornaliere sospese per due anni e a multe dai 400 ai 600 franchi ciascuno per violazione di domicilio e resistenza agli ordini della polizia. Gli attivisti hanno impugnato la decisione e per questo motivo si tiene ora il processo.