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SVIZZERATassi negativi: costano all'AVS e all'AI tre milioni all'anno

15.10.19 - 09:16
La protezione contro i rischi delle fluttuazioni valutarie è molto più costosa
Ti-Press
Tassi negativi: costano all'AVS e all'AI tre milioni all'anno
La protezione contro i rischi delle fluttuazioni valutarie è molto più costosa

BERNA - I tassi d'interesse negativi introdotti dalla Banca nazionale svizzera (BNS) costano a compenswiss 3 milioni di franchi all'anno. «Un importo molto modesto rispetto al patrimonio di questa istituzione che gestisce i fondi di compensazione AVS/AI/IPG», afferma il suo presidente. La protezione contro i rischi delle fluttuazioni valutarie è molto più costosa.

«Siamo fortunati perché beneficiamo di una certa flessibilità da parte dei nostri partner bancari, compresa la BNS. Inoltre, con la nostra liquidità riusciamo a limitare l'impatto utilizzando alcuni strumenti», spiega Manuel Leuthold, presidente del Consiglio di amministrazione di compenswiss, in un'intervista pubblicata oggi da La Liberté e da altri giornali partner.

«Circa 55 miliardi di franchi transitano ogni anno sui conti dell'istituzione», ha sottolineato precisando che l'ente investe in franchi svizzeri, ma anche per i due terzi in altre valute.

«Il costo più elevato non deriva da tassi negativi, ma dalle spese per la protezione degli investimenti contro i rischi di fluttuazione dei tassi di cambio, attraverso swap o respos». Si tratta di sistemi assicurativi che permettono di stabilizzare i cambi delle valute, aggiunge il manager.

Questa protezione costa circa 250 milioni di franchi all'anno, ma «è controbilanciata dai maggiori redditi degli investimenti in dollari rispetto a quelli in franchi», afferma Leuthold. Investire in valuta estera aiuta ad evitare una concentrazione troppo elevata del rischio su un singolo paese.

I fondi di compensazione AVS/AI/IPG hanno chiuso il 2018 in rosso. Gli investimenti hanno generato un rendimento netto negativo del 4,22%, pari a un calo di 1,5 miliardi di franchi. Il patrimonio in gestione è diminuito di 2,5 miliardi, attestandosi a 34,3 miliardi.

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