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SVIZZERAIn arrivo la Softcar, auto a gas di produzione svizzera

26.09.19 - 12:22
Il prototipo è stato presentato all'assemblea di Holdigaz, che intende investire 25 milioni nel progetto
HOLDIGAZ
Ecco il prototipo della Softcar.
Ecco il prototipo della Softcar.
In arrivo la Softcar, auto a gas di produzione svizzera
Il prototipo è stato presentato all'assemblea di Holdigaz, che intende investire 25 milioni nel progetto

VEVEY - È in arrivo la Softcar, un'auto a gas di produzione svizzera. Il prototipo è stato presentato ieri sera all'assemblea di Holdigaz, che intende investire 25 milioni nel progetto. L'innovativo veicolo dovrebbe essere prodotto nella regione di Vevey, dove è prevista la costruzione di un sito produttivo nei prossimi 6-8 mesi.

La Softcar è nata dalla mente degli ingegneri che hanno immaginato la Swatch Mobile, diventata poi Smart. La carrozzeria, riciclabile al 100%, è realizzata a partire da biopolimeri ottenuti da scarti alimentari. Il veicolo compatto con un massimo di quattro-cinque posti a sedere è destinato ad essere modulare, con diverse configurazioni: trasporto merci, taxi, servizio postale o convertibile.

Questo concetto permette di ridurre i costi, assicura il presidente e amministratore delegato di Holdigaz, Philippe Petitpierre. «Una Zoe elettrica (Renault) è composta da 40.000 parti diverse. Una Softcar è 1800 parti diverse. Il montaggio viene eseguito molto rapidamente. Speriamo di arrivare sul mercato con prezzi compresi tra 15'000 e 18'000 franchi, senza sovvenzioni».

Secondo Petitpierre, il veicolo avrà un'autonomia di 700 chilometri. Per alimentare la batteria, la Softcar sarà dotata di due bombole a gas che, tramite un motore e un alternatore, genereranno energia. «Il veicolo non funziona propriamente con l'elettricità, la cui fonte futura è incerta, ma con il gas».

La versione finale della Softcar sarà in grado di raggiungere velocità massime comprese tra 135 e 140 chilometri all'ora e sarà quindi autorizzata a viaggiare sulla rete autostradale svizzera. Sei brevetti «importanti» sono già stati depositati, è stato assicurato ieri serva all'assemblea generale di Holdigaz.

«Il progetto Softcar esisteva già, sotto forma di veicolo elettrico. L'abbiamo portato a utilizzare la nostra energia, il gas naturale o il biogas, per migliorare le sue prestazioni», ha aggiunto. In previsione della riduzione dei consumi di gas dovuta al riscaldamento climatico, il gruppo vodese sta diversificando le sue attività. Nell'esercizio 2018/19 (chiuso a fine marzo), i volumi venduti da sono diminuiti del 7,6% e gli investimenti nella mobilità serviranno a compensare parzialmente questo declino.

«L'idea è di costruire una fabbrica nella regione entro i prossimi sei-otto mesi. Una prima produzione è prevista per il 2020», afferma il presidente del gruppo con sede a Vevey. Lo studio Porsche Design ha sviluppato il concetto del sito produttivo, nel quale ogni anno verranno prodotti 5000 veicoli per il mercato svizzero. «Visto che siamo i principali finanziatori, volevamo avere questo progetto molto vicino a noi», ha aggiunto senza però rivelare l'ubicazione esatta. Softcar, di cui Holdigaz detiene il 36% delle azioni, intende successivamente vendere licenze all'estero. I paesi asiatici avrebbero già manifestato interesse.

Finora, Holdigaz ha sostenuto lo sviluppo della Softcar con 5 milioni di franchi. «Questo veicolo aveva incontrato difficoltà di finanziamento nella sua versione elettrica, a causa della concorrenza di altri modelli già presenti sul mercato», secondo Petitpierre. Il costo del sito produttivo sarà dell'ordine di 20 milioni di dollari, senza il terreno, e verrà finanziato senza indebitarsi.

La Softcar fa parte di una serie di progetti volti a ridurre l'impronta carbonio delle attività di Holdigaz. Tra le sue iniziative vi sono anche un nuovo e più economico modello di caldaia, l'utilizzo di gas naturale liquefatto importato dal nord Europa e una partecipazione in un parco eolico nel Mar Baltico per 50 milioni di franchi. L'azienda compensa inoltre le proprie emissioni di CO2 sostenendo i progetti dell'associazione Myclimate in Madagascar, India e Kenya.

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