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SVIZZERAEuro sempre poco sopra la soglia di 1,10 franchi

29.07.19 - 11:03
La Banca nazionale svizzera potrebbe essere intervenuta la settimana scorsa, il nuovo record degli averi a vista è un indizio in tal senso
Tipress
La BNS è intervenuta per indebolire il franco?
La BNS è intervenuta per indebolire il franco?
Euro sempre poco sopra la soglia di 1,10 franchi
La Banca nazionale svizzera potrebbe essere intervenuta la settimana scorsa, il nuovo record degli averi a vista è un indizio in tal senso

ZURIGO - Il franco rimane forte nei confronti dell'euro: a metà mattinata la moneta europea era scambiata poco sopra la soglia di 1,10 franchi, precisamente intorno a 1,1030.

La settimana scorsa il corso era scesa sotto 1,10, ai minimi dal luglio 2017, poi era risalito sino a un massimo di 1,1063. Vi è chi - come lo specialista di divise di Credit Suisse Maxime Botteron - ritiene che la Banca nazionale svizzera (BNS) sia intervenuta per indebolire il franco la settimana scorsa. Il dato pubblicato oggi sugli averi a vista (saliti la settimana scorsa di 1,7 miliardi di franchi) rappresentano un indizio in tal senso.

Averi a vista, nuovo record - Sono saliti sensibilmente gli averi a vista della Banca nazionale svizzera (BNS), un parametro sempre sotto la lente degli investitori, perché può essere messo in relazione con eventuali interventi per influenzare i cambi: la settimana scorsa si sono attestati a 581,2 miliardi di franchi. Si tratta di un nuovo record storico, raggiunto con un incremento settimanale di 1,7 miliardi, il più elevato dal 2017.

Il dato era già salito di 0,5 miliardi nei setti giorni precedenti, mentre era rimasto stabile durante la settimana prima, emerge dalle informazioni diffuse oggi dall'istituto. Per ritrovare una progressione vigorosa quanto quella annunciata in data odierna bisogna risalire al maggio 2017, quando era stato registrato un aumento di 1,8 miliardi.

Nella settimana in rassegna gli averi in conti giro delle banche svizzere presso la BNS hanno toccato 477,1 miliardi, mentre gli altri averi a vista si sono attestati a 104,1 miliardi.

Come noto i primi sono i soldi che gli istituti mantengono presso la banca centrale per adempiere i requisiti in materia di riserve minime, per effettuare operazioni di pagamento e come scorta di tesoreria, mentre i secondi - gli altri averi a vista - sono costituiti da passività verso la Confederazione, averi sui conti giro di banche e istituzioni estere, nonché conti giro di soggetti non bancari come istanze di compensazione e assicurazioni.

A titolo di paragone, la soglia di complessivi 400 miliardi di averi a vista era stata superata nel gennaio 2015, quella di 500 miliardi nel giugno 2016. All'inizio del 2019 il dato era di 574 miliardi. Per dare un'idea dell'entità di queste cifre può essere ricordato che nel 2017 il prodotto interno lordo della Svizzera era di 669 miliardi.

I conti in questione vengono sorvegliati con attenzione perché una loro forte crescita costituisce un indizio che fa pensare a interventi della BNS sul mercato per evitare un rafforzamento considerato eccessivo del franco. Questo poiché quando l'istituto compra divise il corrispettivo in franchi viene accreditato sul conto della banca interessata all'operazione.

Oggi l'euro è scambiato a circa 1,10 franchi. La settimana scorsa il corso era scivolato sotto questa soglia, toccando un minimo a 1,0962, valore mai più visto dal luglio 2017.

Come noto sui mercati valutari si discute in modo animato sulle prossime mosse della BNS, confrontata con probabili abbassamenti di tassi da parte della Banca centrale europea e della Federal Reserve. Vi è chi - come gli economisti di UBS - prevedono che in settembre l'istituto di Thomas Jordan renda ancora più negativo il suo tasso di riferimento, oggi del -0,75%, portandolo al -1,00%. Altri ritengono invece che la banca farà di tutto per evitare di abbassare ancora il costo del denaro: per evitare un rafforzamento giudicato eccessivo del franco l'istituto, secondo questa scuola di pensiero, interverrà maggiormente sul mercato.

E questo è proprio quello che ha già fatto la settimana scorsa, ritiene Maxime Botteron, specialista di divise presso Credit Suisse, in dichiarazioni rilasciate all'agenzia Awp.

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