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SVIZZERACaffè 100% Arabica, pochi casi di frode

21.06.19 - 15:01
In Svizzera solo tre dei 53 campioni analizzati hanno posto alcuni problemi
Depositphotos (archivio)
Potenziali casi di frode sono stati osservati solo in Svizzera, Germania e Portogallo.
Potenziali casi di frode sono stati osservati solo in Svizzera, Germania e Portogallo.
Caffè 100% Arabica, pochi casi di frode
In Svizzera solo tre dei 53 campioni analizzati hanno posto alcuni problemi

BERNA - Un'operazione internazionale che ha coinvolto tredici Paesi europei ha mostrato che globalmente la dichiarazione del caffè 100% Arabica è rispettata. Potenziali casi di frode sono stati osservati solo in Svizzera, Germania e Portogallo. Nella Confederazione hanno posto problema tre dei 53 campioni analizzati, di cui uno di provenienza italiana.

L'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha pubblicato oggi i primi risultati dell'inchiesta che tra i vari obiettivi aveva quello di verificare che nel caffè etichettato come 100% Arabica non fosse presente anche la varietà Robusta, meno costosa.

La differenza di prezzo tra le due è dovuta al fatto che il chicco di Arabica reagisce in modo più sensibile alla temperatura, è meno resistente e la varietà può essere coltivata solo a una certa altitudine.

Dall'11 al 22 febbraio, le autorità di esecuzione cantonali in materia di derrate alimentari hanno prelevato i 53 campioni sia presso la grande distribuzione sia presso torrefazioni locali. I campioni erano costituiti da chicchi di caffè interi e torrefatti, chicchi macinati e capsule.

In tre campioni è stata rilevata la presenza della sostanza che i chimici organici chiamano 16-O-metilcafestolo, naturalmente presente solo nel caffè Robusta, in quantità tecnicamente evitabili per la varietà Arabica. In questi casi, sottolinea l'USAV nel suo breve rapporto, "non è giustificata l'indicazione come caffè Arabica al 100 per cento".

Un campione - nella fattispecie delle capsule - è stato prodotto in Italia. Il caso è stato quindi trasmesso a Roma. Negli altri due episodi le autorità cantonali stanno verificando se l'aggiunta di Robusta sia stata intenzionale.

L'indagine contempla tra l'altro una verifica della corrispondenza tra l'origine geografica indicata sull'etichetta e la effettiva provenienza. Queste analisi sono compiute per l'insieme dei tredici Paesi da un solo laboratorio europeo. I relativi risultati non sono ancora disponibili e saranno valutati in un secondo momento.

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