«La ragione della scelta strategica è da ricercare nelle nuove sfide che presenta il finanziamento di progetti per i più bisognosi nel quadro della cooperazione internazionale»
BERNA - La riduzione dei contributi destinati ai progetti di aiuto prevista dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) avrà conseguenze per Caritas Svizzera. L'ong ha annunciato che lascerà cinque nazioni, facendo scendere da 20 a 15 i Paesi in cui opera.
Nei prossimi mesi, viene indicato in un comunicato odierno, Caritas abbandonerà gradualmente la sua presenza in Bangladesh, India, Kenya, Palestina e Colombia. In questo modo potrà lavorare più efficientemente e migliorare ulteriormente le proprie opportunità nelle gare d'appalto internazionali, si legge nella nota.
La ragione della scelta strategica è da ricercare nelle nuove sfide che presenta il finanziamento di progetti per i più bisognosi nel quadro della cooperazione internazionale, spiega Caritas. I tagli ai fondi annunciati dall'Ufficio degli aiuti umanitari della Comunità europea (ECHO) sono stati finora contenuti, ma sarà necessario elaborare soluzioni entro due anni.
Inoltre, la DSC, a partire dal 2021, vuole diminuire di 2,5 milioni di franchi i fondi ai programmi delle grandi agenzie umanitarie. In generale, l'acquisizione di contributi è diventata più impegnativa e onerosa ed è difficile prevedere quali risorse saranno disponibili in futuro, afferma l'ong.
Nella maggior parte dei casi, ha detto a Keystone-ATS il direttore di Caritas Svizzera Hugo Fasel, la ritirata dalle cinque nazioni è già iniziata da qualche tempo. Ha poi fornito l'esempio del Kenya, dove tutti i progetti stanno giungendo a termine.
Oltre all'addio ai Paesi sopraccitati, Caritas fa sapere che attuerà in maniera sistematica programmi di aiuto in Indonesia e Mozambico, nonché in Colombia e Brasile a seguito della crisi venezuelana. Fornirà anche assistenza in caso di nuove catastrofi.
Il rinnovo del portafoglio di Paesi - precisa Caritas - non implica uno snellimento degli effettivi nell'ambito della cooperazione internazionale. L'organizzazione sottolinea la propria solida situazione finanziaria, dovuta in gran parte al fatto che negli ultimi anni è riuscita ad aumentare e mantenere elevato il numero delle donazioni private, nonostante la crescente concorrenza.