In media un presidente della direzione è rimasto in carica 6,9 anni, a fronte di 6,4 anni a livello globale
ZURIGO - Lo scorso anno nelle aziende svizzere vi sono stati meno cambiamenti ai vertici: il tasso di nomine a presidente della direzione (Ceo) è sceso dal 15,7% del 2017 al 10,4%, il livello più basso dal 2014. Lo rivela uno studio pubblicato oggi da "Strategy&", filiale della società di consulenza e revisione PwC.
Nella regione DACH (Germania, Austria e Svizzera) la quota di avvicendamenti era del 16%, in Germania addirittura del 20,6%. A livello mondiale essa si è attestata al 17,5%, il valore più elevato dal lancio dello studio nel 2000.
In media un Ceo è rimasto in carica 6,9 anni, a fronte di 6,4 anni a livello globale. Per la prima volta la quota di coloro che hanno dovuto lasciare la propria funzione per motivi etici (39%) ha superato quella di chi è dovuto partire in seguito a risultati finanziari insoddisfacenti (35%).
Dallo studio emerge poi che in Svizzera solo un successore su dodici lavorava già per l'impresa in questione, a fronte del 35% della regione DACH e del 17% globale. «Con promozioni interne le ditte svizzere riducono volutamente i rischi legati a un cambio alla guida. Una successione interna comporta il vantaggio che il nuovo Ceo conosce già l'azienda e la sua cultura e può prenderne le redini senza lunghi tempi di rodaggio», commenta Peter Gassmann, responsabile per l'Europa di Strategy&.
Lo studio ha esaminato 2'500 grandi aziende a livello mondiale, di cui 300 nella regione DACH e 116 in Svizzera.