Cerca e trova immobili

BERNARisparmiare diventa sempre più difficile

03.05.19 - 08:33
Peggiora la fiducia dei consumatori svizzeri, che ritengono di essere sempre più impossibilitati a mettere da parte dei soldi
Depositphotos (Rangizzz)
Risparmiare diventa sempre più difficile
Peggiora la fiducia dei consumatori svizzeri, che ritengono di essere sempre più impossibilitati a mettere da parte dei soldi

BERNA - Mettere da parte dei risparmi a fine mese diventa per gli svizzeri sempre più difficile. La fiducia dei consumatori da questo punto di vista è notevolmente peggiorata. L'indice calcolato dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) è sceso nel secondo trimestre a -6,4 punti, contro -4,0 dei primi tre mesi. L'indicatore si situa però ancora sopra la media pluriennale, che è di -9 punti.

Tre dei quattro sottoindici sono peggiorati, informa la Seco in un comunicato odierno. Sono nettamente diminuite le aspettative delle economie domestiche sulle capacità di risparmio nei 12 mesi a venire (da +21,3 a +12,4). Anche le previsioni riguardo all'andamento futuro della situazione finanziaria si sono offuscate (da -1,1 a -4,7 punti) e lo stesso è accaduto riguardo alle stime sull'andamento della disoccupazione (da +31,6 a +30,7).

Lievemente più positivo è per contro il giudizio sull'andamento futuro della situazione economica (-4,6 - a -2,6). Visto che il valore è più elevato della media pluriennale gli specialisti della Seco interpretano questo dato come un segnale di fiducia nel proseguimento di una moderata crescita economica.

Anche riguardo al mercato del lavoro i funzionari bernesi parlano di stime che, seppur peggiorate, sono da ritenere complessivamente positive, in linea con il calo della disoccupazione e la crescita dell'occupazione. La sicurezza dei posti di lavoro è però stata valutata in modo nettamente peggiore rispetto a tre mesi prima, riconosce la Seco.

Secondo la Segreteria di Stato dell'economia i risultati del rilevamento fanno presagire uno sviluppo assai moderato delle spese per i consumi privati. Questo giudizio arriva a pochi giorni dalla pubblicazione dei dati dell'Ufficio federale di statistica (UST) riguardo all'evoluzione dei salari, che hanno messo in luce come nel 2018 i timidi aumenti nominali siano stati completamente erosi dall'inflazione: nonostante il periodo di crescita economica i salari reali sono scesi in media dello 0,4%.

I dati resi noti oggi dalla Seco sono frutto di un sondaggio effettuato da un istituto demoscopico, che interroga il campione nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre per telefono e online. All'ultima inchiesta hanno hanno partecipato 1279 persone di età superiore ai 16 anni delle tre regioni linguistiche.

Mercato del lavoro - Nonostante sensibili differenze settoriali le prospettive sul mercato dell'impiego rimangono sostanzialmente positive: il relativo indicatore trimestrale calcolato dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) è salito in aprile a 5,6 punti, contro i 4,4 punti di gennaio (dato rivisto da 4,2).

Le imprese interpellate nell'ambito di un sondaggio che ritengono di avere un organico troppo contenuto e prevedono di assumere personale nei prossimi tre mesi sono più numerose di quelle che hanno la percezione contraria, spiega il KOF in un comunicato odierno. L'indicatore è attualmente leggermente sopra la media pluriennale, che si situa vicino allo zero: le prospettive a breve termine per l'occupazione rimangono quindi favorevoli.

Tuttavia - mettono in guardia gli specialisti zurighesi - il dato complessivo nasconde grandi differenze nella valutazione dell'impiego nei vari rami di attività. L'indicatore è nuovamente aumentato nel settore delle costruzioni, fino a raggiungere un valore simile a quello di sei anni fa. Le prospettive sono positive anche per gli assicuratori, i grossisti e altri fornitori di servizi come trasporti, comunicazione, immobiliare, sanità e servizi sociali.

Più pessimismo si è invece fatto strada nel comparto alberghiero, che presenta un forte calo. Dopo una stagione invernale di successo, gli operatori sembrano scommettere su una stagione estiva significativamente meno brillante. Anche nelle banche le prospettive non sono molto favorevoli: in questo settore l'indicatore è in territorio negativo da un anno. Infine, la situazione è eterogenea nell'industria e nel commercio al dettaglio, dove gli indicatori dell'occupazione sono prossimi allo zero: questi due comparti non prevedono né un aumento né una riduzione dell'occupazione.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE