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GINEVRAGinevra fa la guerra ad Uber e al precariato: «Stop ai barbari»

06.02.19 - 10:52
Il Consigliere di Stato Mauro Poggia annuncia un giro di vite contro queste tendenze che non esita a definire barbariche e contrarie alla tradizione elvetica
Keystone
Ginevra fa la guerra ad Uber e al precariato: «Stop ai barbari»
Il Consigliere di Stato Mauro Poggia annuncia un giro di vite contro queste tendenze che non esita a definire barbariche e contrarie alla tradizione elvetica

GINEVRA - Ginevra dichiara guerra all'"uberizzazione" del mondo economico e alla conseguente precarizzazione dei lavoratori attivi come autisti e corrieri: il Consigliere di Stato Mauro Poggia - che ha rilevato il dossier da Pierre Maudet - annuncia un giro di vite contro tendenze che non esita a definire barbariche e contrarie alla tradizione elvetica.

«La Svizzera è il paese della pace sociale, è ora che i grandi gruppi americani lo capiscano», afferma il politico 59enne in due distinte interviste, una diffusa dalla radio romanda RTS e l'altra pubblicata dalla Tribune de Genève. «Il modello Uber trasferisce tutti i rischi di impresa sui singoli: degli indipendenti che di indipendente hanno solo il nome e che vivono in condizioni precarie, senza assicurazioni».

Il cantone vuole ora intervenire duramente. «È finita la ricreazione», aggiunge l'esponente del Mouvement citoyens genevois (MCG). Poggia fa anche l'esempio di Trusk, società che propone di consegnare mobili dell'Ikea di Vernier (GE) e che promette ai suoi dipendenti un salario di 1680 euro, mentre lo stipendio minimo del settore è di 3480 franchi lordi. «Siamo intervenuti subito», afferma. «Se i minimi non sono rispettati dovranno pagare la differenza».

"Sono stupito da questo dilettantismo", insiste il consigliere di stato dal 2013. Queste realtà "che ritengono di non dover rendere conto a nessuno hanno una visione sconnessa delle cose. Sono paragonabili a delle invasioni barbariche che si insediano e che sfruttano la situazione fino a quando non trovano ostacoli sulla loro strada".

«Sono loro che devono scegliere: credo che non si possa arrivare con dei modelli economici che sono stati creati altrove per dei sistemi che sono diversi dal nostro, arrivare come un'orda barbarica a casa nostra, imporre delle regole e dire che gli stati devono piegarsi. Da noi esiste una tradizione decennale di partenariato sociale, abbiamo dei contratti collettivi e delle leggi di protezione dei lavoratori: o questi nuovi attori si adeguano, o se ne vanno, devono scegliere».

Doppio cittadino elvetico e italiano, Poggia ammette che vi è un problema di costo dei taxi, in Svizzera più cari che all'estero. «Credo che in questo campo vi sia del lavoro da fare, da parte delle associazioni professionali, per rendere il servizio pubblico più attraente». Secondo Poggia però non è in nome del prezzo più basso che bisogna accettare che i lavoratori non abbiano più protezione.

«Occorre a un certo punto stabilire se le leggi sono applicabili a geometria variabile, se si ritiene che un liberalismo selvaggio debba prendere piede da noi, semplicemente perché il consumatore ci guadagna: non è la mia visione della società. Credo che i consumatori possano essere responsabili, se ne parla per esempio anche per il clima».

Secondo Poggia non si può sfruttare le persone che vivono nel precariato. «Quando si pensa a quanto deve guadagnare una persona per portarvi un menu con l'hamburger si può avere qualche reticenza».

«In Europa i governi reagiscono mettendo sacchetti di sabbia per fermare l'inondazione, piuttosto che costruire una diga. Questo invece è ciò che stiamo cercando di fare con gli strumenti giuridici a nostra disposizione. Ci aspettiamo una battaglia legale, ma non abbiamo nulla da perdere di fronte a un'azienda che non paga le tasse a Ginevra e che oggi rende precari i lavoratori».

Poggia ricorda che nel cantone esiste una legge sui taxi, che fissa delle condizioni di lavoro e di protezione degli impiegati, e mette Uber davanti a un'alternativa: «O assume gli autisti come salariati e rispetta le regole, oppure questi ultimi si affiliano a una cassa di compensazione con uno statuto di indipendente riconosciuto». Quest'ultima cosa non è così semplice, puntualizza l'ex consigliere nazionale: bisogna dimostrare di essere in grado di far fronte ai propri bisogni e che non si dipende da un solo cliente. «In base alle mie informazioni la gran parte degli autisti dipende direttamente da Uber».

La società americana - attiva a Ginevra dal 2014 - non potrà più offrire i suoi servizi con autisti non in regola. «Lo stato deve assicurarsi che la concorrenza sia leale». Poggia promette anche di attivarsi in relazione a Uber Eats, il servizio di consegna di pasti a domicilio: a suo avviso non sono necessarie nuove regole, perché i corrieri sono da considerare dipendenti. Verrà però anche chiesto un parere alla Segreteria di stato dell'economia (Seco), perché il fenomeno è destinato a espandersi in Svizzera.

Ma non è che Poggia - chiede un intervistatore - stia prendendo in contropiede il suo predecessore, Pierre Maudet a cui sono stati tolti moltissimi dossier - fra cui quello in questione - in seguito allo scandalo (viaggio superlusso ad Abu Dhabi, dubbi su finanziamento della sua campagna elettorale, successive bugie) che ha investito il consigliere di stato PLR? «Non credo. Sicuramente sperava che la concorrenza avrebbe regolarizzato in modo naturale la situazione, un anno dopo l'entrata in vigore della legge. Ora ci si accorge che non è per niente il caso».

Poggia ammette che vi saranno autisti che non saranno contenti. «Quando si decide, vi sono per forza delle persone insoddisfatte. Ma se non si decide e si lascia fare ci sono solo scontenti».

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COMMENTI
 

cerea 5 anni fa su tio
Dove esiste UBER i taxi non sono spariti ma hanno cominciato a praticare tariffe più competitive. E' ora di finirla con i cartelli !!!

Ecthelion 5 anni fa su tio
Uber e altri servizi simili servono a spezzare monopoli che propongono servizi a prezzi indecenti e con qualità e cortesia inesistenti. Viva Uber, viva il libero mercato!

Thor61 5 anni fa su tio
Risposta a Ecthelion
Si ma perlomeno si mettano alla pari OBBLIGHI e DOVERI, gli stessi che DEVONO ottemperare i tassisti ufficiali. PS Non faccio il tassista ;o))) Ma le regole DEVONO essere uguali per tutti.
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