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SVIZZERA / MONDOWEF, Italia e Brexit tra i maggiori rischi globali

21.01.19 - 14:27
Il Fondo monetario internazionale rileva un rallentamento del Pil globale e un aumento dei rischi
Keystone / EPA Ansa
WEF, Italia e Brexit tra i maggiori rischi globali
Il Fondo monetario internazionale rileva un rallentamento del Pil globale e un aumento dei rischi

DAVOS - La situazione finanziaria dell'Italia, assieme a Brexit, è al primo punto fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale nella versione aggiornata del World Economic Outlook, presentata oggi a Davos.

«In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia», ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall'inizio del Forum economico mondiale.

«Gli spread italiani - si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo - sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull'attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito».

L'analisi dei rischi prosegue poi con l'ipotesi di una «Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all'estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio». Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un'escalation commerciale, uno 'shutdown' prolungato negli Usa.

Il Pil rallenta, aumentano i rischi - Meno crescita per l'economia globale nel 2019 e 2020, e con più incognite fra cui una possibile escalation nello scontro Cina-Usa sui dazi e un «atterraggio duro» dell'economia cinese. Le nuove stime del Fmi prevedono una crescita globale del 3,7% nel 2018, come tre mesi fa, ma peggiorano il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%). Il FMI mantiene una previsione di crescita per gli Usa del 2,5% quest'anno e dell'1,8% il prossimo. Ma riduce le attese per l'Eurozona nel 2019, portandole a 1,6% (da 1,9%) e mantiene il 2020 a 2,7%.

Negli Usa, la crescita «è attesa in calo» con il venir meno dello stimolo fiscale e con i tassi Fed in rialzo, ma è sostenuta da una «forte domanda interna". Nell'Eurozona pesano, invece, la frenata del Pil italiano e tedesco (1,3% per il 2019) e quella della Francia (1,5%) fra le proteste dei gilet gialli.

L'istituto finanziario internazionale ha tagliato allo 0,6%, dall'1% di ottobre, la previsione di crescita per l'Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l'anno successivo. Lo si legge nell'aggiornamento del World Economic Outlok. L'Italia, secondo il documento svalto oggi, è assieme alla Germania uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l'Eurozona e comportato un calo dell'euro del 2% fra ottobre e gennaio.

«Risolvere le dispute commerciali» - «Risolvere con la cooperazione, e velocemente, le dispute commercialix: è l'imperativo, pronunciato oggi dalla capo economista del Fondo monetario internazionale, Gita Gopinath, a margine del WEF. Gopinath ha avvertito dei rischi di una crisi finanziaria e di un'economia globale già indebolita dalla guerra dei dazi. La specialista si è soffermata anche su Brexit: «È imperativo risolvere immediatamente» lo stallo, se non si viole continuare a creare incertezze che pesano sulla crescita.

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