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SVIZZERANove svizzeri su dieci ignorano che la loro solvibilità non è segreta

10.01.19 - 11:27
E i ticinesi sono i più ingenui in assoluto, in realtà le aziende si informano sulla nostra situazione finanziaria molto più spesso di quanto si creda
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Nove svizzeri su dieci ignorano che la loro solvibilità non è segreta
E i ticinesi sono i più ingenui in assoluto, in realtà le aziende si informano sulla nostra situazione finanziaria molto più spesso di quanto si creda

ZURIGO - L'88% dei consumatori svizzeri (e il 90% dei ticinesi) ignora che imprese come banche, assicurazioni o commercianti del web hanno accesso ai dati relativi alla loro affidabilità di pagamento, se presentano un interesse legittimo.

Solo il 21% pensa che i negozi online possano richiedere i dati sulla solvibilità e più della metà (54%) degli intervistati non è consapevole del fatto che le società di recupero crediti e le agenzie di informazioni economiche siano a conoscenza della loro situazione finanziaria, emerge da un sondaggio pubblicato oggi dal servizio di confronti internet Comparis.

«Un interesse legittimo sussiste ad esempio nel caso in cui un'azienda presenta un ordine online di un cliente, una richiesta di contratto o un modulo di richiesta per affittare un appartamento», spiega Dominik Weber, esperto del settore bancario presso Comparis, citato in un comunicato. Le ditte ricorrono spesso a tali dati: CRIF, partner di Comparis per le informazioni sulla solvibilità, registra da solo oltre 30 milioni di richieste all'anno.

Le persone con un reddito lordo mensile inferiore a 4000 franchi sono le meglio informate: in questa categoria circa un quinto sa che in linea di massima tutte le imprese hanno accesso ai dati sulla solvibilità. Al contrario, chi ha un reddito superiore a 8000 franchi non si intende molto dell'argomento (15%). «Soprattutto le persone con un reddito basso devono affrontare la tematica», osserva Weber.

Le agenzie di informazioni economiche raccolgono dati relativi al comportamento di pagamento e per l'identificazione. Le loro fonti sono, da un lato, i dati accessibili pubblicamente, come quelli presenti nel registro di commercio e pubblicati nel foglio ufficiale, dall'altro, i dati estratti dall'esperienza di pagamento di migliaia di ditte. Nel concreto queste informazioni comprendono precetti esecutivi, comportamento di pagamento, attestati di carenza e fallimenti. Sulla base di questi parametri le agenzie di informazioni economiche calcolano un cosiddetto credit score, un punteggio di credito. Anche le esperienze di pagamento positive vengono inserite in questo valore.

«L'importo del punteggio può influenzare la nostra vita in modo impressionante, in quanto è esso a determinare se abbiamo la possibilità di pagare tramite fattura, ottenere un appartamento o ricevere un credito», precisa Weber. È vero che i dati vengono aggiornati con regolarità, ma può capitare che alcune registrazioni siano incomplete o non corrette: se i consumatori sospettano errori nella valutazione dello score, possono conoscere i propri dati e richiederne la rettifica.

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COMMENTI
 

bananasplit 5 anni fa su tio
... chi pensa che, siamo ancora padroni di noi e delle nostre azioni, sono su un' altro "pianeta" .... difatti, "grande fratello" è ... in ogni dove :- (( ... e chi se ne frega ! L' economia la fa il povero e onesto, non certo i ricchi che ... la storiella di zio Paperone insegna ancora oggi : - )

Lore62 5 anni fa su tio
Risposta a bananasplit
Già, ma è la maggior parte della gente che vuole tutto ciò, senza rendersene conto viene indottrinata con l'illusione della sicurezza assoluta...XD

Equalizer 5 anni fa su tio
Di questo passo per avere un'idea degli scenari abitativi tra 30 anni o giù di lì guardatevi i vari ambienti di Blade Runner o Dredd perché è così che andremo a finire se non succede qualcosa di eclatante a breve.

tirannosaurosex 5 anni fa su tio
Le persone "povere" lo sanno perché gli viene rifiutato un acquisto, quelle ricche ne sono ignari perché non gli viene rifiutato niente. Semplice credo...
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