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SVIZZERA«Lavorare ammalati viola il dovere di lealtà»

04.01.19 - 12:11
Per paura dei loro superiori o addirittura di perdere il posto, molti dipendenti si trascinano al lavoro nonostante i sintomi della malattia
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«Lavorare ammalati viola il dovere di lealtà»
Per paura dei loro superiori o addirittura di perdere il posto, molti dipendenti si trascinano al lavoro nonostante i sintomi della malattia

ZURIGO - La testa duole, il naso cola e la tosse non ti lascia dormire: l'inverno è tempo di influenza. Ma per paura dei loro superiori o addirittura di perdere il posto, molti dipendenti si trascinano al lavoro nonostante i sintomi della malattia.

Diversi studi svizzeri lo hanno dimostrato in passato: quasi la metà dei dipendenti di questo paese si presentano almeno una volta all'anno ammalati al lavoro, nonostante il fatto che potrebbero infettare i colleghi.

Il problema è ben noto ai rappresentanti dei lavoratori. I dipendenti tendono, sentendo la pressione dall'alto gravare su di loro, a recarsi al lavoro a tutti i costi, dice Leena Schmitter, portavoce del sindacato Unia, interpellata dall'agenzia di stampa AWP.

La situazione giuridica è chiara - La situazione è chiara dal punto di vista giuridico. «I dipendenti che lavorano nonostante la malattia violano il loro dovere di lealtà», afferma l'avvocato zurighese Martin Steiger. Un dipendente deve inoltre informare il suo datore di lavoro che è malato.

Da un punto di vista legale, chi si sente malato non dovrebbe lavorare se la sua malattia è contagiosa o se il lavoro rallenta il processo di guarigione o addirittura aggrava la malattia.

A casa dovrebbe rimanere «anche chi è completamente incapace di lavorare per motivi di salute», continua Steiger. Di norma, ciò viene confermato da un certificato medico. Non con ogni malattia si è completamente incapaci di lavorare. «In caso di dubbio, il medico deciderà».

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Mandare a casa i malati - Anche i datori di lavoro hanno il dovere di reagire. Se sanno che un dipendente è malato, devono mandarlo a casa, afferma l'avvocato. È il caso, ad esempio, se un dipendente stesso dice che lavora nonostante la malattia o se è evidentemente infermo. "Fa parte del dovere di diligenza del datore di lavoro di non lasciare che tale persona lavori", dice Steiger.

Il comportamento corretto in caso di malattia svolge un ruolo anche dal punto di vista assicurativo. Il pagamento continuato del salario da parte del datore di lavoro è generalmente dovuto in caso di impedimento al lavoro senza colpa propria, spiega Steiger.

Il fatto che, ciò nonostante, venga ugualmente fatta pressione sui dipendenti affinché si rechino al lavoro è criticato dalla portavoce di Unia Schmitter. "L'azienda dovrebbe fissare in anticipo modalità di sostituzione per i casi di malattia e di assenza per le vacanze", afferma. E fa notare che se i dipendenti lavorano nonostante la malattia, a medio termine ciò potrebbe comportare persino costi aggiuntivi per l'azienda, soprattutto se a causa di questa presenza forzata finiscono per doversi assentare successivamente ancora più a lungo.

Alti costi per lavoro nonostante malattia - Questo è riconosciuto anche dalla parte padronale. «Secondo studi, circa i due terzi dei costi dovuti a infermità non sono causati dalle assenze, ma dal continuare a lavorare nonostante la malattia», rileva Fredy Greuter dell'Unione svizzera degli imprenditori. «Poiché i dipendenti in difficoltà non lavorano a pieno regime, c'è una perdita di produttività», sottolinea. Se un dipendente si presenta al lavoro nonostante l'evidente incapacità lavorativa, il superiore deve quindi assolutamente mandare a casa il malato.

Anche il lavoro fatto a casa propria è in linea di principio, fuori questione. «Un ritardo nel ristabilirsi in salute come conseguenza dell'home office dovrebbe essere evitato», dice Greuter. Solo in casi individuali giustificati può avere senso lavorare da casa: se, ad esempio, si è ancora contagiosi ma pienamente capaci.

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Unia contro i compiti a casa - Il sindacato è fermamente contrario al lavoro a domicilio in caso di malattia. «Anche l'home office è lavoro. Quindi è a soluzione sbagliata se uno è malato o deve prendersi cura di bambini malati», dice la portavoce di Unia Leena Schmitter.

La sindacalista sottolinea a questo proposito che esiste il diritto a un congedo fino a tre giorni anche per prestare cure a famigliari malati. «Le assenze per la cura dei bambini infermi devono essere conteggiate come orario di lavoro e i dipendenti hanno diritto al pagamento del salario, come in caso di malattia propria», rileva la portavoce.

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COMMENTI
 

sedelin 5 anni fa su tio
serve poco scrivere qui, forse é arrivata l'ora di fare come i gilet gialli: una marea di gente in piazza durante le ore lavorative: vediamo se i datori di lavoro riescono a mandare avanti la ditta senza gli schiavi!

LAMIA 5 anni fa su tio
Andatelo a dire al padrone

Tato50 5 anni fa su tio
E adesso, chi di dovere, dia un'occhiata a quella porcata che hanno fatto per gli impiegati statali che se anche lavorano al 50% causa infortunio o malattia gli viene calcolata l'assenza al 100% !!!! Stessa cosa se si assentano un'ora per una seduta di fisioterapia !! Sindacalisti datevi una mossa non solo per i diritti del 60'000 e passa mila che varcano la froniera ma date un'occhiata a certe schifezze che abbiamo in casa. Il bello è che nessuno, nemmeno i "grandi capi" sapevano di questa bella novità inventata da qualcuno che non aveva problemi di salute e che gli auguro gli arrivino già a partire da lunedì ;-((((((((

lollo68 5 anni fa su tio
La cosa peggiore è trovarsi un/a cassiere/a con il raffreddore che si soffia il naso e poi tocca tutti i tuoi articoli, tessere fedeltà e soldi!

lollo68 5 anni fa su tio
In CH tedesca ho avuto un datore di lavoro che apprezzava il collega che veniva a lavorare malgrado l'influenza. Io sono stata contagiata e sono rimasta a casa, ma ciò ha dato fastidio al datore di lavoro. Si è lamentato che ero stata due volte ammalata in un anno. Magari se avesse mandato il collega a casa…
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