Con l’entrata in vigore della nuova ordinanza, gli acquisti sui grandi siti di e-commerce stranieri saranno più cari in Svizzera
BERNA - Con l’inizio del 2019, gli acquisti online effettuati in Svizzera da siti all'estero costano di più. L’entrata in vigore dell’ordinanza che regola la vendita per corrispondenza ha infatti soppresso lo svantaggio concorrenziale in materia di IVA subito dalle imprese svizzere attive nella vendita su internet.
Fino ad ora, le società straniere non fatturavano l’imposta sul valore aggiunto se inferiore ai 5 franchi. In Svizzera si poteva quindi "sfuggire" alla tassa acquistando fino a 200 franchi di libri o fino a 65 franchi di merci che non beneficiavano del tasso ridotto. Ora invece, i grossi commercianti online stranieri - con una cifra d’affari annuale superiore ai 100mila franchi - saranno tenuti a far pagare l’IVA ai propri clienti domiciliati in Svizzera. In questi casi, un importo minimo per la fatturazione dell’IVA non è più previsto in quanto sarà il commerciante stesso a fatturare l’IVA al suo cliente, direttamente con la fattura di rivendita.
Ogni acquisto online, anche il più piccolo, sarà quindi soggetto a IVA. Libri, giornali, alimenti, medicinali sono solo alcuni dei prodotti tassati al 2,5%. Cifre alla mano, per un libro pagato 30 franchi toccherà sborsare 75 centesimi in più. Se acquistate 200 franchi in DVD, la spesa aumenterà invece di 5 franchi. La maggioranza dei beni acquistati - dall’elettronica, all’abbigliamento e i giocattoli - è però tassato al 7,7%. E il calcolo si fa rapidamente: quel nuovo paio di scarpe costa 100 franchi? La spesa sarà quindi di 107,70.
Entrate extra per 20 milioni - Se considerate singolarmente, si tratta perlopiù di piccole cifre. Nel complesso però - come sottolinea oggi il Tages-Anzeiger - la misura porterà alla Confederazione entrate supplementari stimate in circa 20 milioni di franchi. Una cifra destinata ad aumentare. Basti pensare che il numero medio di piccole spedizioni è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni, passando da 50mila a 120mila al giorno. Due terzi delle quali provenienti dall’Asia.
La novità costituisce un sforzo importante per alcuni fornitori. E in tal senso, Amazon.com ha già gettato la spugna. I clienti svizzeri non potranno infatti acquistare prodotti fisici (solamente app ed e-book) dallo store americano, ripiegando invece su quelli europei del gruppo. A questi ultimi spetterà infatti l’onere di rispondere ai requisiti della nuova ordinanza. E con quali conseguenze per i prezzi pagati dai clienti svizzeri? Al momento - conclude il quotidiano d’Oltralpe - non è ancora dato saperlo.