Ne sono convinti gli analisti che vedono un rallentamento della crescita, la stagnazione riguarderà probabilmente anche Stati Uniti e Eurozona
ZURIGO - Nuvole grigie all'orizzonte per l'economia svizzera: gli analisti finanziari, per il quinto mese consecutivo, si mostrano pessimisti in merito allo sviluppo congiunturale nei prossimi sei mesi e si attendono un rallentamento della crescita. Lo indica in una nota odierna Credit Suisse, presentando il relativo indice calcolato in collaborazione con la CFA Society Switzerland.
L'indice CS/CFA ha proseguito la sua tendenza verso il basso, scendendo in novembre a -42,3 punti. Nel mese di ottobre il valore si era attestato a -39,1. Si tratta del livello più basso mai raggiunto dopo l'abolizione della soglia minima di cambio per l'euro nel 2015.
La maggioranza degli analisti intervistati si aspetta un rallentamento della crescita negli Stati Uniti, nell'eurozona e in Svizzera. Tuttavia, continuano a indicare che la situazione economica attuale è buona, anche se in minor misura rispetto ai mesi precedenti, precisa il comunicato.
A livello di valute regna la piena incertezza: un terzo degli esperti si attende che vi sarà un aumento del valore dell'euro nei confronti del franco, un altro terzo si aspetta esattamente il contrario mentre gli altri puntano sulla stabilità.
Sebbene il 58% degli analisti ritenga che nel 2018 il PIL aumenterà di oltre il 2%, solo il 13% prevede che vi sarà la stessa crescita nel 2019. Per la maggior parte degli intervistati l'anno prossimo si prospetta una progressione tra l'1 e il 2%.