Cerca e trova immobili

SVIZZERAMa possiamo ancora comprare vestiti economici senza sentirci in colpa?

18.10.18 - 11:11
Da H&M fino a Zara il "fast fashion" ha ormai cambiato l'industria dell'abbigliamento, a farne le spese sono i diritti umani e l'ambiente. E noi che possiamo fare?
depositphoto
Ma possiamo ancora comprare vestiti economici senza sentirci in colpa?
Da H&M fino a Zara il "fast fashion" ha ormai cambiato l'industria dell'abbigliamento, a farne le spese sono i diritti umani e l'ambiente. E noi che possiamo fare?

ZURIGO - Una maglietta di Zara qua, una cuffietta da H&M e poi un paio di pantaloni da Primark: a quanti di noi capita di fare la spesa di vestiario nelle grandi catene a poco prezzo?

Il fenomeno della "fast fashion" è ormai un modello assodato da anni e ha permesso al settore abbigliamento una vera e propria esplosione. Le stime di Greenpeace parlano chiaro: dal 2002 al 2015 il giro d'affari è passato da 1 bilione di dollari a 1,8 e - entro il 2025 - potrebbe arrivare ai 2,1 bilioni. 

Guadagni fatti - secondo le organizzazioni ecosolidali e per i diritti umani -  alle spese di ambiente e personale coinvolto nella produzione, spesso e volentieri impiegato in condizioni di vero e proprio sfruttamento. È proprio di poco tempo fa lo studio di denuncia di Campagna Abiti Puliti che ha preso in esame il caso di H&M.

Ma possiamo davvero comprare vestiti "economici" e avere la coscienza pulita? Non ne è convintissimo Herbert Winistörfer, esperto di Corporate Responsibility per lo Zhaw, secondo il quale è difficile che il fast fashion si traduca in salari equi o al di sopra del limite di sussistenza: «In nazioni in via di sviluppo però quella dell'abbigliamento è un'industria fondamentale che genera moltissimi posti di lavoro», ha spiegato a 20 Minuten. In Bangladesh, per esempio, il vestiario riguarda l'80% dell'export totale.

E se si spende di più, magari affidandosi a marchi importanti, non significa che chi quegli abiti li realizza sia pagato in maniera adeguata: «I salari restano sempre da fame», spiega David Hachfeld di Public Eye, «alle volte bastano a malapena per nutrire una famiglia e per vivere in condizioni di povertà».

Cosa possiamo fare? «Non cedere all'impulso di acquistare abiti costantemente e senza criterio solo perché costano poco, è quello che vorrebbero le aziende», continua Hachfeld, «è l'unica arma che abbiamo, ed è la più importante». Alla fine chi potrà influire davvero sono le stesse aziende e la politica.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

matteo2006 5 anni fa su tio
Come per gli abiti anche per il cibo il discorso è identico.
NOTIZIE PIÙ LETTE