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ZURIGOInvestimenti sostenibili: le banche arrancano e i consulenti sono poco formati

19.09.18 - 10:33
Poca informazione al cliente su prodotti che invece suscitano elevato interesse
tipress
Investimenti sostenibili: le banche arrancano e i consulenti sono poco formati
Poca informazione al cliente su prodotti che invece suscitano elevato interesse

ZURIGO - Le banche illustrano troppo poco ai clienti le loro offerte in materia di investimenti sostenibili, nonostante l'interesse elevato che suscitano questi prodotti: è la conclusione cui giunge uno studio dell'Università di Zurigo (UZH), che punta il dito contro l'insufficiente formazione dei consulenti.

Offerta passata al setaccio - Due ricercatori del Center for Sustainable Finance and Private Wealth (CSP, centro per la finanza sostenibile e la ricchezza privata, unità del dipartimento banche e finanza dell'UZH) hanno passato al setaccio l'offerta in materia di 15 banche europee, fra cui UBS e Credit Suisse. Obiettivo: vedere come il settore reagisce alla volontà espressa sempre più spesso dalle persone facoltose di investire il loro denaro tenendo conto di principi etici, ambientali e sociali. Questo tenendo conto del fatto che meno dell'1% dell'umanità controlla oltre il 50% di tutta la proprietà mondiale.

Buone opportunità - «Sul mercato esistono buone opportunità di investimento sostenibile», afferma Taeun Kwon, autrice principale della ricerca, citata in un comunicato odierno. «Tuttavia le differenze sono notevoli e la gamma può variare da 5 a 108 prodotti a seconda della banca». Alcuni istituti cercano di integrare la sostenibilità nell'intera gamma, mentre altri si concentrano su offerte complementari.

«Le offerte davvero interessanti per l'investitore, strategicamente ben congegnate e suscettibili di ottenere un significativo effetto positivo, sono ancora piuttosto rare», aggiunge l'esperta. I migliori risultati sono stati ottenuti da due banche specializzate nel comparto della sostenibilità, vale a dire la svizzera Globalance Bank e l'olandese Triodos Bank. Gli altri istituti - tra cui UBS e Credit Suisse - sono sostanzialmente in linea con la media del settore in termini di punti di forza e di debolezze individuali.

Offerte insufficienti - Secondo lo studio, in generale le offerte sono comunque non sufficientemente in linea con le aspettative. Le banche offrono prodotti, ma raramente si impegnano attivamente per favorire la sostenibilità, afferma Falko Paetzold, coautore dello studio nonché fondatore e direttore del CSP. Ad esempio solo la metà mette a disposizione un servizio di voto per i detentori di azioni.

Gli investitori privati sono spesso interessati al tema della sostenibilità, ma dipendono dai loro consulenti: e proprio qui vi è un collo di bottiglia. «Spesso sentiamo dire che i clienti lasciano la loro banca perché il consulente non può fare loro un'offerta di investimento sostenibile, eppure sappiamo che l'istituto offre tali prodotti», sottolinea Kwon.

Scarsa formazione - Secondo il rapporto solo una banca su due prevede una formazione obbligatoria per i propri consulenti sulle opportunità di investimento sostenibile. E anche quando ci sono le lezioni sono limitate a 2 o 4 ore. «I consulenti hanno bisogno di una maggiore formazione per sentirsi a proprio agio sul tema e per avere una discussione professionale» osserva Kwon. A suo avviso dovrebbe esserci anche un maggiore sostegno organizzativo interno.

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