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SVIZZERACorruzione nell'export, Svizzera virtuosa

12.09.18 - 09:02
Secondo l'organizzazione Transparency International, solo 7 paesi su 44 - fra i pochi anche la Svizzera - puniscono le imprese e i privati che corrompono funzionari stranieri
Keystone
Corruzione nell'export, Svizzera virtuosa
Secondo l'organizzazione Transparency International, solo 7 paesi su 44 - fra i pochi anche la Svizzera - puniscono le imprese e i privati che corrompono funzionari stranieri

BERLINO - La maggior parte dei paesi industrializzati non si impegnano contro la corruzione nell'ambito delle loro esportazioni, o lo fanno solo in modo limitato. Solo 7 paesi su 44 - fra i pochi anche la Svizzera - puniscono le imprese e i privati che corrompono funzionari stranieri. È la conclusione di un rapporto pubblicato oggi dall'organizzazione anti corruzione Transparency International.

Nel gruppo dei migliori, insieme alla Svizzera, figurano anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia, la Norvegia e Israele. Lo studio analizza la situazione nei 44 Stati che hanno firmato una convenzione in materia di corruzione della Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel 1997.

L'organizzazione attesta l'applicazione "attiva" delle disposizioni da parte dei sette Stati considerati come modelli. Queste nazioni indagano attivamente sui casi di corruzione e portano davanti alla giustizia le imprese che corrompono funzionari stranieri.

Hanno invece ottenuto risultati mediocri 22 Stati tra cui la Cina e l'India, considerati per la prima volta nel rapporto. Anche membri dell'Ue come il Belgio, la Polonia e la Finlandia non perseguono imprese che corrompono impiegati statali di alto rango all'estero, secondo lo studio.

Secondo Transparency International rimane comunque ancora molto da fare anche in Svizzera. In concomitanza con la pubblicazione del rapporto la sezione elvetica fa presente in particolare tre lacune che, a suo avviso, vanno urgentemente colmate: servono sanzioni più severe, un ampliamento dell'ambito di applicazione della legge sul riciclaggio e maggiore protezione per gli allertatori civici (whistleblower).

«Anche se la Svizzera sta attuando in diversi campi più correttamente e più attivamente la convenzione dell'OCSE di altri paesi, a 18 anni dall'entrata in vigore del testo non ha ancora fatto pienamente i compiti», afferma Martin Hilti, direttore di Transparency International Svizzera. «Non è possibile che il nostro paese continui a tollerare importanti scappatoie». Secondo Hilti si tratta di agire rapidamente per correggere la situazione: corruzione e riciclaggio di denaro sporco danneggiano l'economia, la collettività pubblica e la stessa reputazione del paese.

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