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SVIZZERAIpoteche e prestiti da PostFinance: le banche non ci stanno

05.09.18 - 17:04
Sulla questione hanno preso posizione oggi, con un comunicato congiunto, la Banca Migros, Raiffeisen, l'UBCS e l'ABRS
Keystone
Ipoteche e prestiti da PostFinance: le banche non ci stanno
Sulla questione hanno preso posizione oggi, con un comunicato congiunto, la Banca Migros, Raiffeisen, l'UBCS e l'ABRS

ZURIGO - Le "banche domestiche" svizzere sono dell'avviso che PostFinance non debba poter offrire autonomamente crediti e ipoteche. Esse temono che con la revoca del divieto vengano scalzati dal mercato soprattutto piccoli istituti regionali.

Sulla questione hanno preso posizione oggi, con un comunicato congiunto, la Banca Migros, Raiffeisen, l'Unione delle banche cantonali svizzere (UBCS) e l'Associazione delle banche regionali svizzere (ABRS).

Secondo queste sono quattro gli argomenti principali a sfavore: in primo luogo le banche domestiche - a vocazione nazionale - temono che un nuovo grande offerente pubblico possa estromettere dal mercato gli istituti di piccole dimensioni e orientate a livello regionale. In secondo luogo ritengono che nel campo dei crediti in Svizzera il mercato non abbia fallito, pertanto un intervento dello Stato non è né giustificato né necessario.

In terzo luogo non sarebbe appropriato modificare il mandato di approvvigionamento di PostFinance - attualmente limitato al traffico dei pagamenti - solo sulla base di difficoltà temporanee sul fronte dei ricavi. Bisognerebbe dapprima condurre una discussione di fondo sul futuro dell'istituto e adottare una decisione di principio strategica in merito, si legge nella presa di posizione.

In questo contesto si inserisce anche l'esame della strategia relativa al suo possesso: attualmente è l'unica proprietaria è la Confederazione, che con la proposta odierna di revoca del divieto di concedere crediti e ipoteche prevede anche una privatizzazione parziale di PostFinance.

Le banche domestiche mettono infine in dubbio la costituzionalità di una concessione di crediti e ipoteche da parte dell'istituto finanziario della Posta: una perizia dell'Ufficio federale di giustizia (UFG) ha infatti evidenziato che la Costituzione federale vieta alla Confederazione la gestione di una banca.

PostFinance è ritenuta una banca di rilevanza sistemica, come anche Raiffeisen. Tra gli altri istituti di questa categoria, Credit Suisse e la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), contattate dall'agenzia AWP, non hanno voluto prendere posizione, limitandosi a prendere atto della comunicazione del governo. Da parte sua UBS ha fatto sapere che «non si esprime in merito ai concorrenti. Il Consiglio federale decide in merito ai capitolati d'oneri di PostFinance. La questione ha una dimensione rilevante per tutta la piazza finanziaria, pertanto rimandiamo all'Associazione svizzera dei banchieri».

Accoglienza moderata in parlamento - La sinistra e la destra hanno riservato un'accoglienza moderata al progetto del Consiglio federale con il quale si vuole autorizzare PostFinance a concedere autonomamente ipoteche e prestiti. La possibilità, avanzata dal governo, di prevedere un'apertura dell'azionariato piace ai partiti borghesi, ma è respinta da PS e sindacati.

Il Partito socialista e l'Unione sindacale svizzera si sono detti favorevoli all'ingresso di PostFinance sul mercato delle ipoteche, ma la sinistra si rifiuta categoricamente di parlare di privatizzazione parziale. A suo avviso, PostFinance deve restare una filiale al 100% della Posta.

PostFinance riveste un'importanza sistemica e le sue esigenze in materia di fondi propri sono elevate, ciò che attualmente può essere soltanto parzialmente soddisfatto, ha indicato il PS in una nota odierna. Tuttavia, nessun finanziamento parziale è necessario per soddisfare questa esigenza. Basta una garanzia dello Stato, ha aggiunto.

PostFinance dovrebbe quindi essere in grado di proporre crediti ipotecari allo scopo di promuovere le PMI e di creare condizioni di finanziamento favorevoli ai piccoli clienti. «Entrare nel mercato delle ipoteche sarebbe un passo in questa direzione», ha sottolineato a Keystone-ATS Ada Marra (PS/VD). Gli importi generati non saranno così rilevanti da mettere in pericolo l'esistenza di altri istituti finanziari.

PLR: «concorrenza ai privati» - Il suo collega parlamentare Olivier Feller (PLR/VD) è di tutt'altro avviso. «Nell'ambito dei crediti commerciali e ipotecari, vi sono già molti attori sul mercato, come gli assicuratori e le banche. Un'impresa pubblica di cui la Confederazione è l'azionista unico non può fare concorrenza ai privati», ha dichiarato Feller a Keystone-ATS.

Anche la proposta di aprire l'azionariato di PostFinance a investitori privati giunge al momento sbagliato, ha aggiunto. La Posta suscita regolarmente controversie quali la chiusura di uffici postali, la vicenda di AutoPostale e le tariffe di recapito dei giornali.

«Prima di rivedere la struttura di PostFinance, occorre un dibattito più ampio sul servizio pubblico», ha sottolineato ancora Feller. Il liberale-radicale vodese dubita che esista oggi una maggioranza in Svizzera favorevole a privatizzare in parte il settore di attività che consente alla Posta di realizzare utili.

UDC: banca postale dovrebbe essere privatizzata - Anche l'UDC respinge l'ingresso di PostFinance sul mercato dei crediti ipotecari. «Se il Consiglio federale dovesse attuare il progetto, allora la nuova banca postale dovrebbe essere privatizzata», indica il primo partito svizzero in una nota.

Secondo i democentristi, la «nuova banca postale dovrebbe essere separata dalla Posta quale azienda controllata dalla Confederazione e entrare nel mercato senza garanzie statali». In questo caso, «anche le sovvenzioni della Posta tramite PostFinance dovrebbero venir soppresse». A detta dell'UDC, la nuova entità dovrebbe assumersi i rischi del mercato senza più la responsabilità dello Stato.

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