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SVIZZERAProteste contro gli investimenti delle banche in combustibile fossile

23.10.17 - 17:15
Popolazioni indigene hanno lanciato oggi a livello mondiale una campagna di disinvestimento, ha comunicato l'associazione fossil-free.ch
Proteste contro gli investimenti delle banche in combustibile fossile
Popolazioni indigene hanno lanciato oggi a livello mondiale una campagna di disinvestimento, ha comunicato l'associazione fossil-free.ch

BERNA - Organizzazioni per i diritti umani esercitano pressione sulle banche affinché tolgano i fondi a progetti di oleodotti per il greggio delle sabbie bituminose, alla fratturazione idraulica e alle trivellazioni marine nell'Artico.

Popolazioni indigene hanno lanciato oggi a livello mondiale una campagna di disinvestimento, ha comunicato l'associazione fossil-free.ch. Azioni in tal senso sono organizzate oggi in almeno 44 Stati degli Usa e in Canada. Domani sono previste in diverse città svizzere.

Le proteste hanno inoltre lo scopo di incitare le istituzioni pubbliche e le Casse pensioni a vendere la loro quota di banche che finanziano i progetti di oleodotti per il greggio delle sabbie bituminose, il fracking e le trivellazioni marine dell'Artico.

La campagna è rivolta tra gli altri alle grandi banche UBS e Credit Suisse che dal 2013 al 2015 avrebbero alimentato l'industria di combustibili fossili con circa 35 miliardi di dollari, si legge nel comunicato.

In particolare Credit Suisse è criticato già da tempo dalle organizzazioni non governative (ong) a causa del suo rapporto d'affari con l'impresa Energy Transfer Equity, che ha partecipazioni nel controverso Dakota Access Pipeline, oleodotto negli Stati Uniti che va dallo Stato del Nord Dakota a quello dell'Illinois e attraversa una riserva degli indiani Sioux che vedono così minacciato il loro approvvigionamento di acqua potabile.

Gli affari di Credit Suisse con Energy Transfer Equity comprendono l'assegnazione di crediti, l'emissione di titoli così come mandati di consulenza. La seconda più grande banca svizzera non ha, secondo sue proprie informazioni, deciso consapevolmente di partecipare al progetto di finanziamento dell'oleodotto, indica sulla sua pagina web.

La Società per i popoli minacciati (Gesellschaft für bedrohte Völker, GfbV) ha inoltrato denuncia nell'ambito del rapporto d'affari tra Credit Suisse ed Energy Transfer Equity presso un'apposita piattaforma della SECO.

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