Cerca e trova immobili

SVIZZERAIbis eremita "wanted"

24.12.12 - 13:24
Al mondo ne sopravvivono meno di 30. Uno di loro è disperso in Svizzera dall'inizio di dicembre
keystone
Ibis eremita "wanted"
Al mondo ne sopravvivono meno di 30. Uno di loro è disperso in Svizzera dall'inizio di dicembre

BERNA - Al mondo sopravvivono meno di 30 esemplari di ibis eremita (Geronticus eremita) con un comportamento migratorio. Uno di loro è disperso in Svizzera dall'inizio di dicembre. Ornitologi del gruppo internazionale per la conservazione di questa specie - il "Walrappteam", dal nome tedesco del pelecaniforme - lanciano oggi un appello di ricerca. Eventuali avvistamenti vanno segnalati all'antenna elvetica del progetto che ha sede al Parco naturale e zoologico di Goldau (SZ, tel.: 041 859 06 06, e-mail: info@tierpark.ch).

 

L'animale ricercato è un esemplare giovane, battezzato "Shorty", che, nella regione di Collombey-Muraz (VS), ha perso il contatto con un adulto con cui dalla Baviera (D) stava migrando in Toscana (I). Da qualche giorno il volatile apparentemente tenta di tornare in Baviera: sarebbe stato avvistato il 17 e 18 dicembre a Rossau-Mettmenstätten, una quindicina di chilometri a sud di Zurigo. La batteria del GPS sul suo dorso è scarica, precisa un comunicato odierno di Walrappteam.

 

Il piumaggio dell'ibis eremita è di colore nero corvino in ambedue i sessi. L'adulto è lungo 70-80 centimetri e ha un'apertura alare di 125-135. La testa e la gola, nude, appaiono molto rugose. Il nome del genere, Geronticus, del resto deriva dal greco antico "geron", ossia "anziano nell'aspetto", e si riferisce proprio al capo glabro e rugoso di questi animali, che ricordano la testa pelata di una persona anziana, spiega l'enciclopedia on line Wikipedia. Il genere conta due sole specie.

 

La prima descrizione risale al 1555 ed è merito di uno svizzero, il naturalista zurighese Conrad Gesner, ricorda la nota. Neppure un secolo più tardi la specie era estinta. In quell'epoca la Confederazione era una delle maggiori regioni di riproduzione.

 

Il declino numerico dell'ibis eremita è dunque cominciato già secoli fa e almeno fino ai primi del Novecento le sue cause sono ignote: dall'inizio del XX secolo però la popolazione di ibis ha subito un calo drastico, pari al 98% circa, dovuto alla combinazione di vari fattori, in primis la caccia di frodo.

 

Per gli ibis con comportamento migratorio, oggi il problema della caccia illegale è particolarmente acuto in Italia dove nel solo 2012 sono stati presi a fucilate almeno tre esemplari, pari a più del 10% degli effettivi totali, deplora Johannes Fritz, biologo alle università di Vienna e Humboldt di Berlino nonché direttore del progetto Walrappteam, citato nel comunicato.

 

Stando a Wikipedia, complessivamente al mondo si contano circa 550 individui selvatici, soprattutto in Marocco, dove questi animali sono però stanziali.

 

In Europa, dal 2011 degli ibis hanno ripreso a migrare autonomamente tra il loro luogo di nidificazione in Baviera, a Burghausen, e il sito di svernamento, la Laguna di Orbetello, in Toscana, ricorda il comunicato. Hanno appreso il percorso migratorio grazie a un metodo sperimentale elaborato da ornitologi austriaci che hanno creato una colonia a Grünau (A). Uno stormo è guidato tramite appositi aerei ultraleggeri definendo una rotta migratoria che gli ibis superstiti possono poi insegnare ai loro discendenti.

 

La rotta passa per le Alpi austriache. Alcuni individui cercano però autonomamente una via. "Domino", di due anni d'età, quest'autunno è volato attraverso la Svizzera e il 4 settembre è giunto a St. Moritz (GR). Non trovando però un passaggio verso sud, due giorni più tardi è ripartito verso nord. Da allora il suo GPS ha cessato di funzionare perché la batteria si è scaricata. All'inizio di ottobre Domino è stato avvistato a Collombey-Muraz e l'11 dello stesso mese è stato ferito da un bracconiere a Cecina, in Toscana. Malgrado le grave ferite, l'animale ha potuto essere salvato dai veterinari italiani.

 

In novembre è stato costituito un gruppo di lavoro, riconosciuto da 119 paesi, che ha per scopo il ritorno stabile del pelecaniforme in Europa entro dieci anni, spiega Waldrappteam. A medio termine è prevista l'istallazione di una colonia anche nella Confederazione.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE