L’ex responsabile della sezione interventi della polizia vallesana ha fondato la prima scuola di mentalismo in Svizzera
ZURIGO - Georges Gessler*, come mai un poliziotto decide di diventare mentalista?
"Già quando ero poliziotto e poi consulente aziendale mi interessavano gli esseri umani. Come mentalista posso capire meglio e più in fretta l’essere umano".
Nella serie Usa “The Mentalist”, il consulente Patrick Jane riesce a risolvere diversi casi osservando piccoli dettagli. È così anche per lei?
"Non risolvo casi criminali ma l’approccio è simile. Quando lavoro per grandi aziende, verifico l’idoneità dei candidati ai quadri. Durante i colloqui di lavoro mi accorgo subito chi ha veramente delle competenze sociali e chi finge. La mimica, i gesti e l’energia negativa forniscono molte informazioni. Un mentalista vede e sente queste differenze in modo più marcato".
Come si comportano i bugiardi?
"Ci sono diversi schemi. Ma spesso chi si gratta il naso, volta lo sguardo, non parla con voce ferma e diventa rosso segnala insicurezza. Tenere le labbra serrate significa paura e tirare gli angoli della bocca disprezzo".
A fine mese, apre la prima scuola svizzera per mentalisti...
"Sì, nella nostra scuola si imparerà ad affinare i sensi per capire meglio chi si ha di fronte. Non si tratta di trucchi di magia".
Perché in Svizzera i mentalisti non sono molto diffusi?
"Ci sono tanti ciarlatani, questo spaventa. Per il nostro corso si sono però già iscritte 20 persone tra cui un poliziotto".
* Georges Gessler è consulente e mentalista.