Oggi, su invito della Conferenza dei vescovi svizzeri, oltre 200 delegati delle diocesi e invitati si sono riuniti a Berna per la una messa solenne d'apertura del giubileo nella Chiesa della Trinità. È stata anche l'occasione per i vescovi di lanciare un appello e offrire qualche tema di riflessione.
Il giubileo è l'occasione per riflettere sulle decisioni del Consiglio Vaticano II, che iniziò i lavori esattamente 50 anni fa. "Ci sono molti aspetti del concilio che non sono ancora stati realizzati", ha detto il presidente della Conferenza Norbert Brunner. A suo avviso lo spirito di riforma deve proseguire pur sapendo che "gli adattamenti saranno sempre necessari e mai conclusivi".
Nel loro messaggio, i vescovi riconoscono infatti che "dopo l'euforia degli inizi, è venuta alla luce la disillusione" e che la Chiesa è confrontata a profonde mutazioni che sollevano molti interrogativi.
La grande novità del Concilio - si legge in un comunicato - fu che vescovi e fedeli presero a discutere intensamente tra loro sulla fede che li univa. I vescovi svizzeri hanno quindi lanciato un appello a tutti a partecipare a questo giubileo. "Da noi dipende che il cristianesimo sia ancora un'esperienza di vita, e che Dio riceva l'onore e la gratitudine che gli sono dovuti", si legge nella nota. "Possa questo giubileo stimolare nuovi interrogativi e nuove discussioni su Dio e sui problemi che viviamo".