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SVIZZERAIn ufficio mai sopra i 28 gradi

22.08.12 - 08:38
Emicrania, irritazioni agli occhi, stanchezza e calo della produttività lavorativa se si superano i 28 gradi in una stanza. "La maggior parte degli uffici non attrezzati per sopportare le attuali condizioni meteorologiche"
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In ufficio mai sopra i 28 gradi
Emicrania, irritazioni agli occhi, stanchezza e calo della produttività lavorativa se si superano i 28 gradi in una stanza. "La maggior parte degli uffici non attrezzati per sopportare le attuali condizioni meteorologiche"

LUGANO - "La maggior parte degli stabili adibiti per uffici non sono attrezzati per sopportare le attuali condizioni meteorologiche". Parola di Urs Rieder, professore all'Alta Scuola di Lucerna.
 
In questi giorni di caldo record, con temperature che hanno raggiunto picchi di 36 gradi, sono in molti a soffrire il caldo negli uffici di tutta la Svizzera. Questo comporta difficoltà di concentrazione e un abbassamento della capacità produttiva.
 
Sofferenza sì, ma nulla in confronto agli operai che lavorano sui cantieri e sulle strade del cantone. Detto questo la domanda che ci si pone è una: quanto possono essere gravi le conseguenze per l'organismo causate dal caldo? Come si legge in un articolo pubblicato sul Tages-Anzeiger, oggi la scienza fornisce delle risposte abbastanza chiare: anima e corpo soffrono in egual misura ogni qualvolta la colonnina di mercurio sale. In concreto le alte temperature aumentano le possibilità dell'insorgere di emicrania  e di irritazioni agli occhi, al naso e alla gola. A questa conclusione sono giunti i ricercatori danesi Witterseh, Wyon e Clausen nel 2004. Gli scienziati descrivono le reazioni ai test effettuati sulle loro "cavie": "il loro volto comincia a sudare" - si legge sul quotidiano zurighese - diventa più difficile restare lucidi mentalmente e le capacità di rendimento diminuiscono".
 
Non solo in Danimarca si sono studiate a livello scientifico le conseguenze del caldo in ufficio. Anche in Finlandia l'esperto del lavoro Niemala ha condotto ricerche che hanno portato a risultati interessanti. Nel 2002, egli ha potuto dimostrare che la produttività lavorativa in un ufficio di telecomunicazioni può calare da una percentuale del 5% fino a una del 7%, se la temperatura supera i 25 gradi centigradi. Un calo produttivo che diminuisce dell'1,7% per ogni grado in più registrato.
 
C'è un altro dato che emerge, questa volta da uno studio giapponese del 2003: le persone appartenenti al genere femminile sopporterebbero meglio il caldo dell'ufficio rispetto ai loro colleghi uomini.
 
Urs Rieder, il professore dell'Alta Scuola lucernese è giunto alla conclusione che la temperatura di 28 gradi è quella al limite della sopportazione oltre la quale si passa da una piacevole comodità a un senso di disagio psico-fisico.

Il caldo poi viene classificato in indici di valutazione piu o meno fantasiosi. Gli esperti sembra si siano sbizzarriti nel trovare nuove definizioni, come per esempio quella chiamata "Required Sweat Rate Index" che, tradotto molto sommariamente corrisponde all'"indice del grado di sudorazione richiesto", oppure il "Predicted Heat Strain Index, ossia l'"indice del probabile carico di sudorazione", oppure la Thermal Work Limit, ossia "il limite termico di lavoro".

Visto in questa luce, la pigrizia, la fatica mentali non sono altro che meccanismi di protezione che il corpo attiva automaticamente quando si trova confrontato con condizioni di stress termico.
 

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