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BERNAClausola di salvaguardia: accolta con scetticismo

18.04.12 - 18:34
Clausola di salvaguardia: accolta con scetticismo
BERNA - L'attivazione della clausola di salvaguarda è accolta con scetticismo da molte parti. Gli agricoltori, il PS, l'USS, gli ambienti economici e anche l'Unione europea criticano la decisione. Solo UDC e PPD si dichiarano soddisfatti.

L'Unione svizzera dei contadini (USC) non approva la decisione del Consiglio federale, in quanto aumenterà i costi senza risolvere i problemi di fondo della forte immigrazione. Gli agricoltori temono inoltre che questa disparità di trattamento fra Stati porti l'Ue ad applicare delle misure di ritorsione.

Secondo il PS, la sola clausola non risolve niente a livello di dumping salariale o di situazione del mercato immobiliare. È piuttosto un simbolo, il cui obiettivo è mostrare che il governo sta facendo qualcosa. I socialisti esigono il più velocemente possibile controlli supplementari sul mercato del lavoro e sanzioni più efficaci contro le imprese che vìolano le leggi.

L'Unione sindacale svizzera (USS) condivide la posizione del PS e aggiunge che il numero di permessi B è limitato, e che i datori di lavoro possono sempre ricorrere ai permessi L, di breve durata. Questo potrebbe portare ad un aumento del precariato.

L'Unione svizzera degli imprenditori e economiesuisse "accettano la decisione, anche se non risolve alcuno dei problemi imputati - a volte a torto - alla libera circolazione delle persone". Secondo le due organizzazioni, il Consiglio federale ha dato un segnale contro l'aumento dell'immigrazione proveniente dall'Europa dell'est, ma bisognerà attuare ulteriori misure.

Addirittura "irritato" si definisce il PLR, in quanto la decisione del governo si limita ad un anno e non a due, durata non esclusa in passato. In questo modo, il dibattito si riaprirà già nel 2013, deplora il partito. A detta dei liberali radicali, un anno di clausola servirà a poco, se non a nulla, fatto che porterà malcontento fra la popolazione.

Dal canto suo, la responsabile della diplomazia dell'Ue Catherine Ashton si dispiace della decisione presa dalla Confederazione, e aggiunge che "la misura costituisce una violazione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone. Il testo non permette alcuna differenziazione fra paesi dell'Ue". Inoltre, secondo la Ashton, la decisione non si giustifica né con il mercato del lavoro né con il numero di cittadini europei che cercano di stabilirsi in Svizzera.

L'UDC accoglie invece positivamente la decisione. Anche se l'effetto sarà relativo e di breve durata, bisogna utilizzare in maniera coerente i pochi strumenti disponibili per controllare l'immigrazione. I democentristi si rammaricano del fatto che il Consiglio federale non sia intervenuto prima, quando si sarebbe potuta applicare la clausola a tutti i paesi dell'Ue.

Anche il PPD si dichiara soddisfatto: "abbiamo già espresso la nostra insoddisfazione nel 2009, quando la Svizzera aveva rinunciato ad attivare la clausola", ha dichiarato la portavoce Marianne Binder. Facendolo ora, il governo dimostra di prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione e di voler utilizzare i margini di manovra esistenti in ambito di politica migratoria.

In un recente incontro della Conferenza dei governi cantonali, 17 cantoni si erano espressi contro l'attivazione della clausola. Serge Gaillard, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), aveva dal canto suo stimato che la misura ridurrà di poco l'immigrazione, parlando di circa 4'000 lavoratori.

ATS
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