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BERNA - Le retribuzioni dei parlamentari potrebbero essere aumentate. Contro il parere del gruppo UDC, il Consiglio degli Stati ha approvato oggi, a cinque contro uno, una compensazione del rincaro e un nuovo regime di previdenza professionale per i deputati. Il Nazionale deve ancora pronunciarsi.
Se la Camera del popolo si allineerà a quella dei cantoni, l'inflazione - non compensata da diversi anni e che si ripercuote sulle indennità e i contributi dei parlamentari - provocherà una spesa annua di 1,3 milioni di franchi, ovvero un aumento del 4% rispetto ai 30 milioni concessi oggi. Per il secondo pilastro, il contributo non sarà più lo stesso per tutti i deputati, ma dipenderà dal reddito, ciò che causerà costi supplementari di 700'000 franchi, ossia il 28% in più all'anno.
"Mentre tutti devono tirare la cinghia, la popolazione non comprenderà nuove spese, visto poi che le indennità parlamentari sono già principesche", ha criticato invano l'indipendente sciaffusano Thomas Minder. "Diamo un brutto segnale, mentre taluni non riescono neppure ad acquistare i regali di Natale", gli ha fatto eco This Jenny (UDC/GL).
"Opporsi alla compensazione dell'inflazione è una tradizione al Consiglio degli Stati e può avere un certo effetto sulla popolazione, ma ciò non è corretto", ha replicato dal canto suo Peter Bieri (PPD/ZG). Tutti i settori che possono permetterselo accordano il rincaro e, se le indennità sono troppo basse, gli eletti rischiano di non poter più fare il loro lavoro seriamente.
A nome dell'Ufficio degli Stati, il "senatore" ticinese Filippo Lombardi ha sostenuto l'aumento delle retribuzioni. Il vicepresidente della Camera dei cantoni ha criticato quei parlamentari che "tentano di profilarsi su simili questioni". A chi si interroga sul fatto che si voglia far diventare il parlamento professionista e non più di milizia, Lombardi ha replicato che il rincaro non ha nulla a che vedere con questa discussione.
Ats
